MARIA NUDI
Cronaca

"Preso in giro da quel sacerdote": don Euro, show in aula del suo accusatore

Massa: il superteste che inchioda l'ex religioso, accusato di estorsione e autoriciclaggio

Il superteste in tribunale a Massa (Foto Nizza)

Massa, 5 settembre 2019 - Vestito di bianco, pantaloni e camicia di lino, nascosti da un lenzuolo bianco, con il volto coperto: un fantasma è apparso ieri mattina all’ingresso del tribunale di Massa. Sotto il lenzuolo c’era Francesco Mangiacapra, avvocato napoletano, il maggior protagonista di una vicenda apuana che ha scosso, negli anni scorsi, l’opinione pubblica e ha fatto scandalo. La vicenda è quella che vede oggi sul banco degli imputati Luca Morini, 51 anni, in passato parroco di Caniparola in Lunigiana, ridotto allo stato laicale dal Vaticano e conosciuto come Don Euro.

Luca Morini è imputato di estorsione, autoriciclaggio, sostituzione di persona e appropriazione indebita, detenzione e cessione di sostanza stupefacente. L’ex parroco di Caniparola avrebbe (questa la storia che ha portato nella stessa Caniparola e a Massa i mass media nazionali) utilizzato le offerte dei parrocchiani per un vizietto personale: incontrare giovani che si prostituivano, presentandosi con identità diverse.

E tra questi giovani c’è Francesco Mangiacapra, nel 2013 giovane avvocato napoletano senza lavoro che per mantenersi aveva deciso di fare l’escort.

E’ lui il maggiore accusatore di Luca Morini, è stato lui a denunciare alla curia di Massa Carrara e Pontremoli, il comportamento di quel sacerdote di provincia. E si è costituito parte civile. « Mi sono coperto - ha spiegato Mangiacapra alla Nazione - per denunciare l’omertà che c’è stata in questa vicenda».

Una volta in aula seduto al banco dei testimoni ha risposto alle domande del pubblico ministero Alessandra Conforti ripercorrendo la storia: «Ho incontrato Luca Morini nel 2013 in un locale famoso di Napoli per scambi di coppie. Mi disse che era un magistrato toscano. Lui era con un ragazzo che gli procurava i contatti con altri giovani. Mi promise che mi avrebbe fatto fare carriera come avvocato che sono laureato in giurisprudenza e che mi avrebbe introdotto nel jet set e mi avrebbe fatto diventare ricco se avessi avuto una relazione con lui».

Quella sera stessa Francesco Mangiacapra ha consumato un rapporto con Luca Morini. Un lungo racconto interrotto in alcuni momenti dal giudice per dettagli scabrosi ritenuti superflui nell’economia del dibattimento processuale. Francesco Mangiacapra ha poi spiegato di aver denunciato alla Curia Luca Morini perché si era sentito preso in giro: non c’era stato alcun aiuto sotto il profilo lavorativo e nessuno regalo. «Ho scoperto che non era un magistrato quando mi ha chiamato da un numero fisso». Era quello della parrocchia di Caniparola. E in aula ieri sono sfilati altri testimoni di questa vicenda pruriginosa che ha anche un altro imputato, Emiliano Colombi, anche lui non più sacerdote, accusato di ricettazione.