Pallone e bolle di sapone Lacrime e commozione per il bimbo di due anni

E’ stato il primo a scendere in porto il piccino eritreo in viaggio con la mamma. A bordo 29 persone, dieci minori, tre donne reduci da un’odissea.

Pallone e bolle di sapone  Lacrime e commozione  per il  bimbo di due anni

Pallone e bolle di sapone Lacrime e commozione per il bimbo di due anni

di Cristina Lorenzi

E’ sceso per primo: due anni appena compiuti e tanta voglia di farcela, lasciarsi alle spalle orrori e fame per guadagnarsi un futuro. E’ la storia del bambino eritreo che ieri con la mamma di 22 anni è sceso per primo sulla banchina Taliercio, giudicata dal ministro Matteo Piantedosi "il porto sicuro". Con le altre tre donne, di cui due minorenni, il bambino è sceso per primo in braccio a un angelo dei soccorsi, dopo i controlli di rito da parte della Croce rossa, dei medici e della polizia e intorno alle 10,30 è stato portato alla Marmi macchine dove l’esercito dell’accoglienza, coordinato dalla prefettura, formato da forze dell’ordine, Comune, Regione, protezione civile, Asl, Casa Betania, Croce Rossa, Anpas e Misericordia, era pronto ad accoglierlo con gli altri 28 migranti per assicurare loro rifugio, vesti e cibo. E mentre la mamma veniva visitata da ginecologi e specialisti, nell’ambulatorio attrezzato dall’Asl, al bambino è stata donata una palla e bolle di sapone. Occhi neri pieni di stupore di fronte a quelle bolle colorate e a quel giocattolo, forse il primo della sua vita. Piano piano il capannone della Imm si è riempito dei migranti di cui 10 minori. Tutti ordinatamente si sono sottoposti a visite e controlli. Tutti venivano dall’inferno, anni di viaggio, torture e violenze. La stessa mamma del piccino, 22 anni, veniva da un viaggio di cinque anni dall’Eritrea fino alla Libia dove ha conosciuto il babbo del bimbo e da lì deciso di partire da sola e attendere qui il compagno. Storie di soprusi, violenze, bruciature da gasolio sole e sale, ma anche scabbia che alcuni si portavano dietro da anni.

"Il motore del gommone si è rotto e siamo rimasti fermi in mare per giorni" racconta una delle donne alla mediatrice con ancora il terrore negli occhi. Un’altra ragazzina è partita dall’Eritrea con i fratelli che sono rimasti bloccati in Sudan e ha proseguito la traversata da sola. Importante il supporto dell’Asl che ha garantito assistenza sanitaria già a bordo della Life support appena attraccata con un primo triage di valutazione. In banchina un’ambulanza per le emergenze e un posto medico avanzato, con personale medico e infermieristico. Agli interventi sanitari - coordinati dal direttore dell’area Emergenza urgenza 118 Andrea Nicolini e dalla direttrice della Zona Distretto Apuana Monica Guglielmi - ha partecipato il personale del 118 e della Zona, oltre ad alcuni specialisti Asl. Da evidenziare anche l’importante contribuito del Coordinamento regionale maxi-emergenze diretto da Piero Paolini.