Ore calde per la Sanac. Assemblea con i lavoratori

L’Usb convoca gli operai davanti ai cancelli per definire il destino dell’azienda

La situazione dell’ex Ilva, oggi Acciaierie d’Italia di cui sono soci lo Stato, tramite Invitalia, e il colosso industriale Arcelor Mittal, rischia di precipitare e con essa tutte le speranze per quell’enorme mondo di imprese dell’indotto che gravita attorno allo stabilimento di Taranto, compreso il gruppo Sanac. E’ proprio in queste ore che si sta consumando l’ennesimo scontro in un triangolo di ‘mancati intenti’ fra Governo, Invitalia e Arcelor Mittal e la comparsa di una corrispondenza interna pericolosa da cui emergerebbe addirittura una ‘exit strategy’ per lo Stato da Acciaierie. Tutto il contrario di quello che era stato promesso negli anni, ossia l’acquisto delle quote di maggioranza di AdI per il rilancio della filiera italiana dell’acciaio. Tensioni che si sommano a pochi giorni di distanza da quello che sembra essere inoltre un cambiamento ai vertici dirigenziali di Acciaierie. In questo caos, il futuro del gruppo Sanac è sempre più in bilico.

La manifestazione dei giorni scorsi a Roma per l’ex Ilva aveva portato in piazza oltre un migliaio di persone fra cui centinaia di lavoratori Sanac ed è su questo fronte che il sindacato Usb di Massa vuole tenere alta l’attenzione: per questo ha convocato un’assemblea dei lavoratori sabato mattina alle 10.30 di fronte ai cancelli Sanac. "Per incontrarci nuovamente e organizzare assieme i prossimi passi, dal basso, ognuno dicendo la propria e mettendosi in gioco in prima persona. Soltanto uniti possiamo salvare la Sanac", scrive Usb ricordando le ultime manifestazioni "a Taranto, Genova e Roma, importanti mobilitazioni e scioperi in difesa dell’acciaio italiano. I nostri colleghi di Taranto hanno bloccato venerdì in centinaia l’autostrada Roma-Napoli. Il governo oggi si sta rimangiando tutte le promesse fatte lo scorso anno su questa importante vertenza. Ci ricordiamo tutti D’Urso a Marina di Massa che ci rassicurava sull’ingresso come socio maggioritario dello stato italiano nell’ex Ilva, rassicurandoci di conseguenza sulle sorti di Sanac. A livello nazionale si torna a parlare delle sorti del siderurgico, purtroppo però riproponendo le stesse ricette che abbiamo visto fallire negli ultimi decenni. A noi oggi tocca lottare per far sentire la voce di Sanac dentro questa battaglia per il futuro di tutti noi. Non abbiamo bacchette magiche – proseguono dall’Unione sindacale di base di Massa -, ma pensiamo che l’organizzazione dei lavoratori, la lotta e alzare la voce quando serve siano gli unici strumenti che abbiamo a disposizione per far sentire le nostre ragioni a chi di dovere".

In attesa che si sblocchi la situazione sull’ex Ilva, resta congelato anche il nuovo bando di vendita del gruppo Sanac elaborato dai commissari straordinari dopo che i primi sono andato di fatto deserti. Nel frattempo gli stabilimenti provano a resistere sfruttando la Cassa integrazione ma mancano le commesse a garantire la tenuta della società ma la situazione si fa sempre più difficile.