
di Daniele Rosi
Ancora poche ore e per la Open Arms si riapriranno le porte della navigazione. Scaduti i 20 giorni del fermo amministrativo imposto per aver infranto il decreto Piantedosi sulle procedure di recupero, adesso per l’equipaggio si prospetta la ripartenza da Marina verso i mari più a sud, e riprendere così l’attività di soccorso. Una vera e propria telenovela quella degli ultimi venti giorni per la Open Arms, arrivata il 22 agosto in porto con a bordo 196 migranti recuperati nel Mediterraneo centrale. Un’iniziativa che ha poi portato al fermo amministrativo della nave, in quanto il decreto Piantedosi non consente di effettuare salvataggi multipli. La sanzione era stata inflitta alla Open Arms già nelle ore successive allo sbarco sulla banchina del porto di Marina, con oltre al fermo amministrativo di venti giorni, anche l’obbligo di pagare una multa di alcune migliaia di euro.
Già nei giorni successivi alla notizia del fermo amministrativo assegnato alla Open Arms, una parte del mondo politico e dell’opinione pubblica aveva subito rivolto messaggi di sdegno verso la sanzione inflitta, esprimendo allo stesso tempo solidarietà ai membri dell’equipaggio dell’imbarcazione per il costante lavoro svolto nel Mediterraneo e l’abnegazione mostrata verso il salvataggio ai migranti. Stimoli e appelli che sono arrivati soprattutto dal Pd, con numerose visite in queste ultime due settimane alla nave ferma in porto e al suo equipaggio. Visite che hanno riguardato non solo la politica locale, ma anche alcuni esponenti del Pd regionale, come ad esempio le visite delle assessore regionali Monia Monni e Serena Spinelli, o la più recente del segretario regionale Emiliano Fossi. Venti giorni in cui i ragazzi a bordo, come raccontato anche al nostro giornale direttamente da alcuni membri dell’equipaggio sulla nave, hanno passato il tempo divisi tra la frustrazione del non poter riprendere la navigazione, impedendo così il salvataggio di altre persone in mare, e la necessità di rimanere comunque lucidi e preparare il materiale per le prossime missioni di recupero. Stando a quanto raccolto da Open Arms, una volta ripresa la navigazione, la nave raggiungerà in un primo momento Siracusa per le procedure di rifornimento, per poi riprendere l’attività di soccorso lungo il Mediterraneo.