ANDREA LUPARIA
Cronaca

Maxi frode fiscale, via agli interrogatori

Ad agosto Maria Grazia Bernabucci e Paolo Sassetti finirono ai domiciliari. La Finanza li accusa, con altre 19 persone, di vari reati

Uomini e donne delle Fiamme Gialle al lavoro (foto d’archivio)

Massa Carrara, 26 settembre 2021 - La “bomba“ scoppiò lo scorso 25 agosto. Quel giorno il Gip firmò due ordinanze di custodia cautelare ai domiciliari per una nota contabile (anche se c’è chi dice commercialista) di Massa e un suo collaboratore, originario di Carrara ma residente a Sarzana. Pesanti le accuse: bancarotta fraudolenta e sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte. In tutto furono 21 le persone coinvolte nell’inchiesta.

E se due finirono ai domiciliari, per le altre diciannove scattarono le misure interdittive dall’esercizio di impresa. E parliamo sia di imprenditori che di probabili prestanome. Adesso sono in corso gli interrogatori e a condurre le indagini, per conto della Procura della Repubblica, è lo stesso Procuratore Piero Capizzoto. Ed era stato sempre lui, il 25 agosto, a firmare “L’avviso conclusione indagini ed informazione sui diritti della difesa“. E così ora Maria Grazia Bernabucci, 68 anni, residente a Massa e Paolo Sassetti, 78 anni, di Carrara, i due per i quali lo scorso mese scattò l’ordine di custodia cautelare, possono difendersi e, presumibilmente, provare a respingere le accuse. Ma a dire il vero le accuse mosse nei loro confronti dalle Fiamme Gialle e dalla Procura sono pesanti. Facciamo, solamente a titolo esemplificativo, alcuni esempi.

Solo per quanto riguarda la società Geco srl, sono accusati di essersi sottratti al pagamento di imposte sui redditi e dell’Iva per un ammontare complessivo di oltre 200mila euro. I due, insieme ad altri, sono accusati anche di aver cagionato il fallimento della stessa società (che aveva sede a Sarzana), dichiarata fallita dal Tribunale della Spezia il 14 luglio di quest’anno. Non basta. La commercialista e il suo collaboratore, insieme ad altri, sono accusati del fallimento della società Cgt Metal con sede a Carrara. Più o meno stesso discorso per il fallimento della società Diffusione gas che aveva sede a Massa e per la Car Gas (quest’ultima con sede a Sarzana). Solo per quest’ultima ditta la Procura della Repubblica ipotizza imposte evase per circa 200mila euro. Un dato interessante.

L’inchiesta non ha coinvolto solo italiani (professionisti, imprenditori, parenti di questa o di quello) ma anche immigrati dal Marocco. Uno è senza fissa dimora, il secondo, invece, abita nel centro storico di Massa. Il primo era solo un prestanome? Possibile, per non dire probabile.

Da notare che il 6 novembre 2015 Sassetti aveva già riportato una condanna penale definitiva con pena accessoria dell’inabilitazione all’esercizio di impresa ed incapacità di esercitare uffici direttivi per 10 anni... Un dato comunque è certo. L’iter processuale è solo agli inzi e sarà poi il Gip a stabilire se le accuse hanno qualche fondamento oppure no. Ed eventualmente se si arriverà fino al processo o meno.