REDAZIONE MASSA CARRARA

"Società fittizie per evitare il fallimento". Due arresti, restrizioni per 9 imprenditori

Consulente aziendale e collaboratore ai domiciliari. Operazione della Guardia di Finanza svela un sistema illecito per frodare il fisco

Creavano società fittizie e le intestavano a dei prestanome nullatenenti, così da frodare il fisco ed evitare il fallimento. Era un autentico sistema illecito quello scoperto dal Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria della Guardia di Finanza di Massa Cararra, comandato da Marco Borgomeo. Ideatrice e dominus dello “schema“, secondo i risultati di due anni di indagine, era la consulente aziendale massese Maria Grazia Bernabucci, finita agli arresti domiciliari insieme al suo collaboratore Paolo Sassetti, originario di Carrara e residente a Sarzana. Per altre nove persone, fra imprenditori e prestanome, è invece scattata l’interdizione all’attività di impresa. Bancarotta fraudolenta ed evasione i reati ipotizzati. Le undici misure interdittive sono state emesse dalla Gip Marta Baldasseroni del Tribunale di Massa, che ha evidenziato la "tangibile spregiudicatezza nella reiterazione dei reati" da parte degli indagati, persino dopo la conoscenza del procedimento penale. Nove le aziende dichiarate fallite, realtà molto diverse fra loro: si va dal marmo all’edilizia, fino a ditte di trasformazione di manufatti. Sequestrati, poi, un ufficio e alcune vetture.

Tutte le imprese coinvolte si trovavano in stato di difficoltà per debiti con l’erario. All’inizio cercavano di resistere restando nei limiti della legge fallimentare, evitando quindi la bancarotta. Se non era più possibile, ecco che interveniva lo “schema“ ideato dalla principale indagata: la società veniva chiusa e ne veniva costituita un’altra con le medesime caratteristiche, gli stessi dipendenti e persino un nome simile, per non perdere i clienti. Alcuni soggetti nullatenenti, privi di reddito e beni o addirittura con procedimenti penali in corso, venivano scelti come amministratori o soci delle vecchie società, accollandosi le responsabilità penali in cambio di modeste somme di denaro. Alle stesse persone veniva fittiziamente affidata la gestione delle nuove società. Ciò permetteva il trasferimento dell’intero complesso aziendale, rendendo inefficace l’eventuale riscossione coattiva azionata dall’Erario nei confronti della vecchia società, in primo luogo per il mancato superamento dei limiti dimensionali di legge. Il risparmio ottenuto dai reali imprenditori, mediante la sistematica attività di evasione, ha consentito loro di autofinanziarsi e di applicare prezzi inferiori a quelli di mercato, distorcendo la concorrenza. Il totale delle cartelle esattoriali emesse per i tributi e i contributi previdenziali non versati ammonta a circa 2,5 milioni di euro.

Oltre che per la consulente aziendale Bernabucci, la custodia cautelare in carcere è stata disposta anche per il suo collaboratore, Paolo Sassetti. L’uomo, secondo le indagini, non solo svolgeva spesso la mansione di “prestanome“, ma si occupava anche di procacciare altre persone per il medesimo scopo. Le indagini delle Fiamme Gialle sono state coordinate dalla dott.ssa Roberta Moramarco e dalla dott.ssa Alessia Iacopini della procura della Repubblica di Massa, diretta dal Procuratore Piero Capizzoto. Numerose le intercettazioni telefoniche effettuate dai finanzieri del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria.