Marmo, cinque anni di ricorsi E’ ancora guerra sulle tariffe Decine le vertenze aperte

La Commissione di Nicola Marchetti fa il punto sulle battaglie attivate dalle aziende. Sulle concessioni le cause sono 25, 22 sulla ricognizione degli agri, 9 di natura generica.

Marmo, cinque anni di ricorsi  E’ ancora guerra sulle tariffe  Decine le vertenze aperte

Marmo, cinque anni di ricorsi E’ ancora guerra sulle tariffe Decine le vertenze aperte

Decine di ricorsi pendenti sulle tariffe del marmo. Un bilancio che si va ad aggiungere ai 25 ricorsi sul nuovo regolamento delle concessioni e ai 22 sulle ricognizioni degli agri marmiferi, più un paio sulle concessioni livellarie e altri 9 di natura generica. Oggetto della commissione Marmo di ieri, presieduta da Nicola Marchetti, sono state però le vertenze sulle tariffe del lapideo. Ricorsi per gran parte vinti dal Comune e che ogni due anni, in occasione degli aggiornamenti dei prezzi del marmo, si aggiungono a quelli già avuti. In commissione il dirigente del settore, Giuseppe Bruschi, ha fatto il punto.

"Ogni biennio in cui il Comune ha ritoccato i prezzi del marmo sono avvenuti diversi ricorsi – ha spiegato Bruschi – sempre in maniera copiosa. Dal 2020 il ritocco dei prezzi è diventato quadriennale e si parla infatti di periodo 2020-2024. Le situazioni dei ritocchi del 2018 e del 2020 sono ancora pendenti". Dati alla mano, andando ad analizzare gli ultimi dieci anni, nel biennio 2012 e 2013 ci sono stati cinque ricorsi, nel 2014 e 2015 11 ricorsi al Consiglio di Stato e 12 al Tribunale di Massa. Nel biennio 2016 2017 dieci ricorsi al Tar e nel 2018 2019 14 cause di cui sette al Tribunale e le altre sette al Tar toscano, più un ricorso. Infine nel quadriennio 20202024 per ora sono 16 ricorsi al Tar. In appendice il dirigente Bruschi ha ricordato come sia pronto uno studio sulla fratturazione del giacimento; uno studio, basato sui dati delle singole cave, che permette di avere aree di giacimento in cui la resa non può essere inferiore al 30 percento, e che sarà presentato il 28 marzo.

Daniele Rosi