
Marmettola, istituzioni sotto accusa: "Ci vuole un piano per la rimozione"
L’onda lunga del maltempo deve ancora lasciare la provincia apuana con strascichi polemici sotto il profilo della gestione dei corsi d’acqua e dell’emergenza marmettola. Le centraline di Arpat su Massa e Carrara hanno fatto registrare valori enormi di torbidità: terre e polvere di marmo in sospensione nell’acqua che in alcune sorgenti come quella del Cartaro erano addirittura fuori scala, oltre il massimo che riesce a tollerare la centralina stessa. Una torbidità così densa da far scattare la segnalazione di allarme di Arpat.
Un inquinamento finito nel mirino degli ambientalisti e ora il Comitato della Biodiversità di Massa incalza le istituzioni: "Senza tornare – afferma in una nota – agli ultimi decenni del secolo scorso quando tanti parti del nostro territorio costituivano discariche di marmettola e i fiumi avevano gli alvei impermeabilizzati, possiamo ancora affermare che l’inquinamento proveniente sia dalle cave che dai laboratori (con le dovute differenze di gestione) è ancora una questione da risolvere. E certamente non ha giocato a favore il periodo in cui i fanghi non venivano conferiti in discarica: ricordiamo la questione Venator per esempio. Purtroppo, secondo tanti politici e tanti imprenditori, la marmettola non sarebbe una sostanza ‘pericolosa’ per l’ambiente".
"In realtà – continua il Comitato della Biodiversità – si sta violando la normativa, poiché questa non riguarda solo le ‘sostanze pericolose’, ma anche le ‘sostanze solide sospese’ e le ‘sostanze in grado di determinare effettivi pregiudizi ambientali’. Non basta la giustificazione che la marmettola che scende nei fiumi è il residuo dei decenni passati. E’ necessario un piano che preveda la sua completa rimozione. Vale ancora la pena che le amministrazioni locali, regionali e nazionali autorizzino il continuo spezzettamento di quello che è un patrimonio dell’umanità e cioè le Apuane? In un’ottica di futuro il solo ripristino ambientale creerebbe lavoro per almeno altri 100 anni impiegando la stessa manodopera ora attiva nell’estrazione e nella lavorazione".
Fortunato Angelini, Giampaolo Bertola e Pietro Casali del gruppo di minoranza nell’assemblea del Consorzio di bonifica segnalano che il maltempo ha lasciato una scia di smottamenti e allagamenti che devono essere risolti chiedono alle istituzioni, compreso il Consorzio, "di destinare da subito adeguate risorse, per rimuovere le criticità denunciate. Sono anni che cittadini denunciano questo cattivo stato dei fiumi, grida e appelli caduti finora nel vuoto".