La vivibilità dei paesi montani passa anche dalla possibilità di fare sport, per chi ci abita, terreni e campi dove giocare per i giovani, socializzare e divertirsi. E infatti un tempo le frazioni sopra Massa facevano di tutto per avere il loro ‘campetto’ da calcio, che fosse della parrocchia o del Comune poco contava. Avere un campo da calcio dava un sapore di città anche ai paesi. Poi le montagne hanno perso via via buona parte della loro popolazione. I giovani se ne sono andati, figli ne sono nati sempre meno e anche i campi da calcio hanno vissuto un lento ma inesorabile declino che da diversi anni si traduce in degrado e abbandono.
La consigliera Daniela Bennati (nella foto) e l’intero Polo Progressista e di Sinistra, formato ma Movimento 5 Stelle e Unione Popolare, propongono l’apertura di un percorso collettivo e partecipato sul destino delle strutture sportive dei paesi a monte. "Gli impianti di Forno, Casette e Ca di Cecco sono nel degrado e nell’abbandono senza alcuna prospettiva futura". In realtà su Forno, per il campo in località Canal dal Matto, ci sarebbe già un progetto dell’amministrazione di Massa da 150mila euro che punta sia alla messa in sicurezza dell’impianto sia a una riqualificazione funzionale, ma dalle buone intenzioni dell’inizio dell’anno non si è andati molto più avanti. Per questo il Polo Progressista invita a ripensare la vivibilità della montagna, anche alla luce dei cambiamenti climatici.
"Occorre superare la logica del solo campo sportivo comunale che oggi appare un modello superato – sostiene –. Ripensarli con un’eventuale presenza di impianti per discipline diverse. Massa non ha più società sportive professionistiche né nel calcio né nella pallavolo; è evidente che la crisi strutturale dell’impiantistica sportiva pubblica potrebbe essere una concausa di questo stato di cose. Uno sport in crescita come il rugby non trova un campo sportivo pubblico dove allenarsi, giocare partite ufficiali e svilupparsi come movimento in linea con le tendenze nazionali. La pallavolo e il basket non hanno impianti all’aperto e neppure di recente costruzione. Pensiamo sia arrivato il momento di aprire un percorso pubblico per capire se esistono condizioni e disponibilità per dare un futuro allo sport locale".