
di Alfredo Marchetti
Il padre andrà a processo con l’accusa di maltrattamenti inflitti alle due figlie minorenni. E il procedimento si aprirà il 24 ottobre. Lo ha stabilito ieri il giudice dell’udienza preliminare Dario Berrino, chiamato a decidere il rinvo a giudizio dopo le indagini coordinate dal pubblico ministero Marco Mansi e svolte dai carabinieri. La triste storia familiare, che vede due bambine come presunte vittime, verrà ricostruita davanti al giudice Antonella Basilone. Le indagini erano partite dalla segnalazione di un’assistente sociale che aveva visto dei lividi sul collo della bimba e sospettato fossero i segni di comportamenti violenti in famiglia. Secondo l’operatrice era forte il dubbio che la bimba, che all’epoca aveva sette anni, si fosse ferita da sola. La donna ci ha voluto vedere chiaro e ha scoperto una situazione pesante per lei e la sorella maggiore, che aveva 9 anni, sottoposte a maltrattamenti e vessazioni.
La mamma, con problemi psichiatrici, aveva perso la potestà genitoriale e le due figlie erano state date in affidamento temporaneo al padre. L’operatrice, che frequentava per motivi di lavoro la famiglia residente a Massa, era stata a contatto molte volte con le sorelline ma non aveva mai notato nulla di strano. Fino a un giorno del 2020 quando si è avvicinata a una delle due e ha notato quei lividi sul collo della piccola.
Sconcertata da quanto aveva visto, la donna si è immediatamente rivolta al padre delle due bimbe chiedendo spiegazioni di quei segni rossi che la bambina aveva sul collo. Non sono state convincenti però le motivazioni imbastite dall’uomo e a quel punto la donna ha deciso di rendere pubblica la vicenda, anche per tutelare le piccole, denunciando quanto aveva visto ai carabinieri. I militari hanno subito iniziato le indagini e dopo alcune settimane hanno dimostrato che il racconto fatto in caserma dalla donna meritava ulteriori approfondimenti da parte della Procura. Una situazione particolarmente delicata quella in cui vivevano le due bambino che sono state poi affidate affidate ai servizi sociali. La bimba è difesa dalla legale Giovanna Barsotti, su mandato della curatrice, la legale Lara Balderi.