
Il nuovo presidente del Consorzio Toscana nord ovest Dino Sodini, criticato da una parte di amministratori
Consorzio Toscana Nord: un presidente assente e che non decide. A criticare l’operato del nuovo vertice Dino Sodini sono Gli amministratori del Consorzio 1 Toscana Nord Maria Teresa Baldini, Cesare Leri, Iacopo Mori, Mario Lorenzo Tocchini. "Non ha ancora presentato il programma di mandato, non partecipa a riunioni fondamentali per l’ente, non prende decisioni sul direttore generale. Non si è ancora visto sui lavori e sulle opere consortili nei territori e non rispetta le quote rosa. Abbiamo chiesto di mettere all’ordine del giorno dell’assemblea la discussione sul programma, sulla scelta del direttore generale e sulla parità di genere perché siamo preoccupati della mancanza di scelte ed indirizzi chiari da parte della nuova presidenza".
"Soprattutto – proseguono –, ci preoccupano le assenze del presidente sia su vasti territori del comprensorio sia ad appuntamenti fondamentali. In tutta la Piana di Lucca, l’Area Pisana e l’Appennino pistoiese, il presidente non ha ancora avuto tempo di fare sopralluoghi sui cantieri e le opere consortili mentre in Versilia e nella provincia di Massa Carrara è stato più volte presente. Ma quello che è più grave è l’assenza del presidente riunione con il presidente della regione Giani. Tutti i presidenti dei consorzi Toscani erano presenti. Il presidente Sodini continua a rilasciare dichiarazioni di circostanza, valorizza quello che ha fatto la precedente amministrazione, ma non ha detto cosa intende fare lui: ad oltre due mesi dall’insediamento non ha ancora presentato il programma politico di mandato: oltre a dire che il consorzio va benissimo, è suo dovere politico dire quali sono le scelte che lui vuole portare avanti nei prossimi anni".
"Inoltre – proseguono –, mentre tutti i consorzi della Toscana hanno deciso cosa fare rispetto alla direzione generale del consorzio: o rinnovano l’attuale o fanno un bando pubblico, anche su questa scelta fondamentale il presidente non decide, rinvia, e in questo modo fa mancare all’ente e a tutto il personale, l’autorevolezza necessaria ad una figura fondamentale per l’ente. Dobbiamo inoltre sottolineare la grave incoerenza tra la sbandierata certificazione sulla parità di genere e il suo mancato rispetto negli organi di governo: nell’ufficio di presidenza non è presente nessuna donna. Le quote rosa sono – concludono nel loro intervento –, prima di tutto, un dovere morale e civile per chiunque ricopra un ruolo pubblico".