NATALINO BENACCI
Cronaca

Lotta agli hater digitali: "Quell’umanità perduta nel mondo del fitness"

La storia di Marco Maestroni, maestro di sci e appassionato di bodybuilding "Volevo mettere in guardia i giovani dai pericoli della performance a ogni costo".

Marco Maestroni

Marco Maestroni

Parole malate che dal web rimbalzano nella vita reale possono creare danni. E’ questa una storia come tante altre di giovani vittime di emarginazioni della gogna sui social, un odio digitale che provoca ferite. Marco Maestroni, maestro di sci e appassionato di bodybuilding era entrato nel mondo fitness su YouTube con uno scopo nobile: sensibilizzare le nuove generazioni riguardo il ’marchio’ che aleggia sui disturbi mentali e dare agli stessi giovani gli strumenti per proteggersi da falsi modelli di felicità e successo, necessari per mantenere il ’physique du rôle’ di fumettistici supereroi.

"In un mondo dominato dalla performance volevo riportare al centro l’umanità - spiega - ma ciò che ho ricevuto in cambio è stato l’esatto opposto di ciò che credevo di meritare. Mi hanno rovesciato addosso odio, scherno, umiliazione e pregiudizi". Marco si è rivelato presto una spina nel fianco, portava infatti verità scomode che stimolavano quel senso critico necessario ai giovani per proteggersi dal canto delle sirene senza scrupoli, aventi come solo e unico scopo il guadagno. "Ma è stata una scelta pericolosa - prosegue - E diversi youtuber dell’ambito fitness non solo mi hanno criticato ma hanno scatenato un’aggressione mediatica costruita ad arte per annientarmi. Il loro intento era farmi passare per dissennato solo perché avevo confessato di avere avuto una diagnosi di disturbo bipolare, che richiede una cura medica finalizzata a raggiungere la guarigione". Ma nelle chat su web lo hanno accusato anche di essere un violento. E addirittura in una live streaming un famoso youtuber ha additato Marco al suo pubblico come misogino e contro di lui si sono rivolti anche altri bulli del web. A quel punto Marco Maestroni non ha retto mentalmente l’odio che si è scatenato ai suoi danni e ha dovuto recarsi in ospedale per chiedere aiuto.

I medici che lo hanno seguito – ha spiegato – hanno poi stabilito che il suo stato di profonda sofferenza e angoscia era solo una conseguenza causata dal dolore per la grave ingiustizia subita. In seguito Marco ha postato sul suo canale youtube un video intitolato: “Vi chiedo aiuto anch’io“, proprio come fece anni fa Danny Lazzarin, un noto influencer e trainer di fitness colpito dallo stesso youtuber, che ora aveva messo lui nel mirino. Tuttavia il suo grido è stato ignorato, anzi è stato sbeffeggiato ancora in una storia su Instagram con un meme deridente. Marco ha chiesto sostegno in tutti i modi anche alle istituzioni, ma senza ottenere risultati. Ha creato anche delle storie Instagram tese alla solidarietà e alla riappacificazione, purtroppo ignorate. Ma chiede giustizia. "Non solo per me, ma per tutti quelli che potrebbero diventare bersaglio di hater senza scrupoli - conclude - Che l’umanità torni a essere più importante dell’algoritmo".