Libro Le memorie e il mito del Grande Torino

Per i 75 anni dalla tragedia di Superga il volume dello scrittore massese Stefano Radice che celebra il ricordo dei campioni

“Solo il fato li vinse. Memorie e rappresentazioni del Grande Torino“. E’ l’emblematico titolo del libro dell’autore massese Stefano Radice, grande tifoso granata, uscito in questi giorni a poche settimane dalla commemorazione del 75° anniversario della tragedia di Superga. A quante memorie ha dato vita la tragedia del Grande Torino? Cosa è stato fatto per tutelarle, e da chi? Cosa è rimasto oggi del ricordo di un avvenimento di cui per ragioni anagrafiche i testimoni diretti sono sempre meno? E ancora, dal momento che la sistematizzazione del passato produce contemporaneamente etica pubblica, quali definizioni di idea di sport, di società civile si configurano nel ricordo dei campioni granata? A queste e altre domande tenta di rispondere il volume dello storico e saggista massese con la speranza di contribuire alla conoscenza dell’impatto sul lungo periodo, o dell’eredità, del Grande Torino, dal 1949 ai giorni nostri.

Stefano Radice insegna Storia e Filosofia ed è uno studioso dell’immaginario e dei processi di memoria. Tra i suoi lavori ricordiamo i due volumi de “La memoria che resiste. Storie, luoghi e ritratti di resistenza“ e “Noi siamo il Toro. Memoria, identità e immaginazione del tifoso granata“. Questa sua ultima fatica narrativa ha richiesto un costante lavoro di confronto e amalgama tra fonti diverse. Un primo nucleo documentario, utile per la trama essenziale della ricostruzione, è stato raccolto presso i fondi dell’Archivio di Stato di Roma ed ha permesso di delineare il ruolo delle istituzioni centrali nella gestione del lutto della tragedia di Superga. Ad integrazione sono stati consultati gli archivi di associazioni e di privati che hanno offerto numerose informazioni sulle attività svolte dall’AC Torino, dai parenti delle vittime e da tutta una galassia composita di soggetti attivi sul piano pubblico della rielaborazione della memoria del Grande Torino. In alcune parti si è fatto ricorso a quotidiani, periodici, immagini fotografiche, cinegiornali, alla narrativa e, in misura minore, anche al cinema e alle arti figurative. La vicenda del Grande Torino acquista senso e comprensibilità solo se inserita nel contesto sociale, politico e sportivo dell’Italia del dopoguerra. A questo è dedicato il primo capitolo del libro mentre il secondo affronta il dolore collettivo che travolse tutti. Nel terzo capitolo vengono presi in esame gli stili rituali e i codici commemorativi con cui gli attori istituzionali interpretarono la tragedia di Superga favorendo nel grande pubblico l’"esperienza del lutto". Il quarto capitolo è dedicato all’affermazione delle diverse memorie collettive del Grande Torino che a partire dagli anni Cinquanta si sono generate dalla tensione tra famiglia e stato, tra pubblico e privato, tra interessi particolari e interessi nazionali. Gli ultimi due affrontano il succedersi delle varie stagioni del ricordo del Grande Torino, dagli anni Sessanta ai giorni nostri.

Gianluca Bondielli