REDAZIONE MASSA CARRARA

Le Apuane, una pagina della nostra storia

Renzo ed Elena Gemignani chiedono la valorizzazione e la salvaguardia dei percorsi montani su cui passò la Linea gotica

"Salvaguardiamo la linea Gotica carrarese". A lanciare questo appello per tutelare un pezzo importante della storia cittadina sono l’alpinista Renzo Gemignani e sua figlia Elena, da sempre in prima linea a difesa delle tante tracce del passato che conservano le nostre montagne. I due concentrano la propria attenzione in particolare sul tratto che transita da foce Pianza e sale lungo il crinale del Sagro prima di proseguire verso Massa. In tutta la zona sono ancora ben visibili lunghi tratti di trincee scavate nella roccia oltre ad altre strutture fortificate che raccontano in maniera diretta gli anni bui della guerra.

Si tratta di manufatti che ora, per l’azione del tempo, ma anche per l’intervento dell’uomo, rischiano di scomparire e da qui nasce la richiesta di un maggiore interessamento per la loro conservazione. "La memoria è il sole del tempo e quando tramonta viene buio" commentano padre e figlia prima di ripercorrere passo passo il percorso della struttura fortificata.

"La linea Gotica – dicono - partiva dalle cannoniere della Punta Bianca attraversava la Magra; dove rimangono tracce di un bunker a Fiumaretta, scavalcava il Parmignola dove ancora è presente il lungo Muraglione e poi saliva all’imponente Forte Bastione presidiato dalla X Mas. Da qui la linea giungeva al Borla, dove sono presenti bunker scavati nella roccia e Trincee, e poi proseguiva a foce di Pianza lungo tutto il crinale che divide la Lunigiana dal Carrarese, saliva sul Sagro continuava a foce di Vinca, foce Navola, foce Rasori e Grondilice, poi scendeva verso le Valli di Massa, saliva il Carchio, l’Altissimo e andava sulle Apuane della Versilia per poi andare avanti fino a Rimini sull’Adriatico. La parte più interessante e ancora integra della linea Gotica delle Apuane è però quella carrarese anche se poco nota.

Queste fortificazioni vanno tutelate e conservate perché sono un ricordo di avvenimenti tragici che hanno segnato profondamente le popolazioni apuane a causa di feroci eccidi compiuti dai nazifascisti: Sant’Anna di Stazzema, Forno, Bergiola, Santerenzo, Vinca, Mommio e altri piccoli borghi dove centinaia e centinaia di persone sono state massacrate dai feroci assassini. Quelle trincee – concludono i due alpinisti – devono rimanere un monito per le generazioni future e vanno conservate".