
L’allarme della Coldiretti "No al cibo di laboratorio"
di Daniele Rosi
"No al cibo prodotto in laboratorio". Un focus sull’utilizzo dei cibi sintetici, in primis la carne, e del rischio che ne deriva soprattutto per l’ambiente, e su cui anche nelle ultime ore pare essere arrivato il via libera dall’Unione Europea. Di questo argomento si è discusso nella commissione Ambiente presieduta da Sirio Genovesi grazie al supporto del direttore provinciale di Coldiretti, Francesco Cianciulli, e della responsabile Manuela Argilla. I due membri della Coldiretti hanno lanciato con forza l’allarme, per una situazione che al momento non riguarda il mercato italiano, ma che in alcuni paesi esteri sta cominciando a prendere piede, con una serie di rischi dal punto di vista delle emissioni inquinanti. Diverse discussioni sono già state fatte a livello politico, non ultimo il Consiglio regionale della Toscana che ha approvato una mozione lo scorso novembre contro il proliferare dei cibi sintetici.
Un primo passo a cui sta seguendo la richiesta della stessa Coldiretti ai comuni toscani nel pronunciarsi contro questo utilizzo. "Israele e Danimarca sono i paesi in cui si sta investendo di più in Europa sul cibo sintentico – ha spiegato Cianciulli – e noi stiamo chiedendo a tutti i comuni, in questo caso al Comune di Carrara, di appoggiarci in questa battaglia contro la carne sintetica". Contro il via libera all’utilizzo della carne sintetica sono già state raccolte da Coldiretti circa 400mila firme per chiedere così alla politica di creare uno strumento in grado di vietare in Italia la produzione e la conseguente commercializzazione e consumo di questa carne. Molto articolata la produzione della stessa carne sintetica, che avviene in laboratorio come se si trattasse di un qualsiasi prodotto chimico, con ricadute soprattutto nelle emissioni inquianti, in grado di annullare la biodiversità, così come spiegato dagli stessi rappresentanti della Coldiretti in commissione.
"Si prelevano cellule di animale, in particolare mucche – ha illustrato il direttore Coldiretti – e poi si accrescono con il siero amniotico che viene estratto dai feti. Tutto viene poi inserito in appositi bioreattori in cui, con un procedimento, si immette nell’aria diossido di carbonio, più noto come anidride carbonica. Questa produzione in laboratorio è appoggiata da grandi gruppi internazionali nel settore della tecnologia. Il cibo sintetico ha interessi enormi ma si tratta di una pratica inquinante, a cui poi aggiungere gli effetti sull’uomo che la consuma, che non sono per niente noti".