
L’agonia del litorale. Stabilimenti devastati: "Se non ci aiuterete stavolta è davvero finita"
di Laura Sacchetti
Oltre 2 milioni e mezzo di danni per gli imprenditori balneari della costa massese. In otto chilometri di costa i 140 stabilimenti balneari sono stati colpiti dalla violenza del mare. Il bagno Marchini non esiste più: danni strutturali non consentono ai titolari di accedervi per poterne verificare la portata. "Talmente grandi – spiega Angela Trespidi del bagno Marchini – che la struttura è inagibile. Non possiamo entrare per constatare l’entità dei danni interni". Il mare ha scavato da ogni lato sotto la struttura che ad oggi è pericolante. "Direi che non c’è più niente a livello strutturale da salvare – si sfoga –. I tecnici poi ce lo diranno. Con la scadenza dei termini delle concessioni ci troviamo a non saper davvero come fare".
Ai danni della mareggiata, dell’erosione si aggiunge anche la spada di Damocle della Bolkestein. "Da una prima stima – dichiara Itala Tenerani, presidente del Consorzio balneari Massa – possiamo tranquillamente affermare che solo sulla costa i danni imprenditoriali si aggirano sui 2 milioni e 800 mila euro. Una cifra complessiva per garantire almeno il decoro delle imprese balneari. Questo danno economico viene aggravato dall’incertezza sul futuro delle concessioni, causata dall’incognita Bolkestein. Un imprenditore balneare può investire migliaia di euro per affrontare i prossimi mesi decorosamente senza certezze sul periodo di ammortamento dell’investimento? Cosa accadrà a scadenza 2024? Quali garanzie e quale futuro?".
Tutto questo senza essere inseriti in stato di emergenza nazionale. E la crisi climatica sta giocando un ruolo molto importante. "Dovremmo tutti quanti iniziare a tener conto della crisi climatica – sottolinea – che incide sull’entità e sulla frequenza di questi fenomeni".
"Come sindacato – afferma Roberto Della Tommasina, referente Sib Confcommercio Massa – stiamo chiedendo dettagli sulle gare per capire come poter fare impresa in queste condizioni". Dalla partaccia a Poveromo nessuno è stato risparmiato. C’è chi ha perso delle attrezzature, chi invece si è ritrovato con diverse cabine e parti di struttura distrutte o trascinate via dalla forza delle onde. "Stiamo pulendo le spiagge – prosegue Tenerani –, perché il materiale spiaggiato ammonta a diverse tonnellate tra legname, lavarone e sfalci di potature. E sicuramente il mare porterà ancora molto visto che sarà mosso per diversi giorni". La pulizia degli arenili è a carico dei balneari, che portano il materiale in punti di raccolta definiti.
Asmiu poi preleva il tutto e lo conferisce. "Si tratta di centinaia di tonnellate – spiega la presidente – che si traduce in un ulteriore impegno in termini economici sia per noi sia per la collettività". Il mare non si calmerà a breve. "Il libeccio continuerà a colpire la nostra costa – conclude – e quindi il mare sarà mosso ancora per diversi giorni. Chiediamo con forza di essere inseriti nello stato di emergenza nazionale. E’ evidente quanto il fenomeno erosivo non abbia fatto sconti a nessuno. Si sono creati scalini paurosi e continuiamo a ribadire che vanno bene i ripascimenti, ma poi la rena portata deve essere difesa con lavori strutturali, con opere che proteggano davvero il litorale. A Ronchi la maggior parte degli stabilimenti non ha più spiaggia e anche a Poveromo si stanno verificando i pronostici che avevamo annunciato. Ad oggi molti stabilimenti non potrebbero nemmeno mettere ombrelloni e in molti casi non sarebbe possibile arretrare con le strutture perché sono già a ridosso del Lungomare e dove fosse possibile non c’è un piano particolareggiato che lo consente".