NATALINO BENACCI
Cronaca

"La rissa? Nessun coltello. Solo uno sfogo sofferente". Parla la responsabile D’Orsi

Non era una rissa quella del Centro collettivo per migranti alla S.S. Annunziata, ma solo un equivoco causato dalla disperazione...

L’episodio che si è svolto nel pomeriggio di venerdì aveva richiesto l’intervento sul posto per effettuare controlli da parte dei carabinieri

L’episodio che si è svolto nel pomeriggio di venerdì aveva richiesto l’intervento sul posto per effettuare controlli da parte dei carabinieri

Non era una rissa quella del Centro collettivo per migranti alla S.S. Annunziata, ma solo un equivoco causato dalla disperazione di due giovani ospiti che dovevano essere trasferiti altrove e hanno sfogato il loro disagio un po’ sopra le righe. Nessun trambusto né ricorso a coltelli. A buttare acqua sul fuoco è la responsabile della srl Dea Debora D’ Orsi, che gestisce il servizio dopo avere vinto il bando della Prefetttura. "Qualche persona fuori si è accorta del malessere espresso dai ragazzi, uno minorenne, senza genitori né parenti al loro paese d’origine e ha chiamato i carabinieri - racconta - Ma hanno capito male e quando sono arrivate le forze dell’ordine hanno visto ciò che realmente è successo: solo uno sfogo sofferente". Tanto rumore per nulla, secondo la titolare. "Ho scelto di aprire un Centro collettivo a Pontremoli, una bella città, nell’esclusivo interesse dei ragazzi - prosegue - Ho altre proprietà a Bagnone, ad esempio, dove avevo ospitato in precedenza migranti, ma mi ero accorta che essendo fuori dalle direttrici ferroviarie rendeva il servizio non a misura. Ho preferito rinunziare a 15 ospiti pur di offrire a Pontremoli un servizio vicino alla stazione ferroviaria. Ho visto un immobile non utilizzato alla S.S. Annunziata e mi è sembrato adatto, così l’ho acquistato e fatto restaurare".

Sono arrivati subito i vigili, l’ispettorato del lavoro e l’Asl che hanno messo nel microscopio le diverse fasi dei lavori. "Non mi era mai capitato di subire un’attenzione così minuziosa - aggiunge D’Orsi - L’Asl ha poi assegnato il numero dei posti calcolato per l’edificio stabilendo dovessero arrivare a 27. Il sindaco fa il suo lavoro e ha presentato delle eccezioni burocratiche al sopralluogo sanitario e la Prefettura in un primo momento ha abbassato il limite a 25 e poi a 17. C’è una legge nazionale che stabilisce gli spazi per persona. Io punto all’eccellenza nell’accoglienza, penso che la bellezza del posto possa incidere anche sull’atteggiamento degli ospiti, invitandoli al rispetto. Abbiamo in servizio operatrici specializzate nell’arte, che conoscono la città e possono insegnare i modi giusti per farla apprezzare". La Prefettura ha comunque autorizzato l’utilizzo dell’immobile sulla base delle perizie dei tecnici che hanno validato gli interventi di messa norma dell’edificio.

N.B.