
Il presidente della Provincia inserito nel listino bloccato dei Dem. Sarà consigliere in Regione sia in caso di vittoria che di sconfitta di Giani.
Due giorni fa lo avevano dato per spacciato. Gianni Lorenzetti, candidato alle prossime elezioni regionali con il Partito democratico, sembrava pronto al de profundis. La notizia della improvvisa discesa in campo di Roberto Pucci ha destabilizzato come un ciclone tropicale il Partito democratico provinciale, ma non ha fatto certo passare notti (una notte) tranquille al presidente della Provincia e sindaco di Montignoso. Che, dopo qualche quarto d’ora di scoramento, si è rimboccato le maniche e ha fatto vedere a cosa servono anni di militanza in un partito dove schieramenti ed equilibrismi dettano l’agenda politica. Così dopo una notte dei lunghi coltelli a Firenze, a confronto con la direzione generale, forte del consenso di Elly Schlein e di Emiliano Fossi, i due vertici nazionale e regionale, il nostro Lorenzetti, con un colpo di scena, ha ottenuto un posto al sole nel listino blindato. Un’operazione che non sembrava inizialmente fosse nelle corde del Pd, ma che è stata accettata obtorto collo. Che significa che al di là della vittoria o meno di Eugenio Giani, lui entrerà a pieno titolo nel consiglio regionale. Così una candidatura, quella di Pucci, che sembrava deflagrare in un’emorragia di voti per il politico montignosino, si è trasformata in un rafforzamento e in un biglietto sicuro di sola andata per Firenze. E non solo. Lo stesso Lorenzetti rilancia. "Entrerò a pieno titolo nel consiglio toscano, ma se Giani la spunterà si potrà parlare di un incarico più importante come una presidenza di commissione o addirittura un assessorato. Questo territorio sono 30 che non esprime un amministratore toscano. Forse è giunta l’ora".
Smentendo bizantinismi dietro le quinte della politica, Lorenzetti molto più semplicemente lega la scelta sul suo nome sul "risultato che ho raggiunto negli anni di militanza. A Firenze è stata un’operazione complessa, più delicata di quello che possa sembrare. E’ stato premiato il buon lavoro e riconosciuta la fiducia che gli elettori mi hanno sempre confermato".
Oltre al suo forte elettorato, conterà sui voti di Giacomo Bugliani. Vi siete parlati? "Non ancora, ma penso che Bugliani, facendo parte del Pd convoglierà sul partito i suoi voti. E’ come se uno juventino si mettesse a tifare per un’altra squadra. Ci incontreremo e starà a lui a pensare al Pd. Io continuerò il mio impegno, in campagna elettorale e dopo, come è proprio del mio modo di fare politica. Penserò a questo territori".
Intanto la direzione regionale del Pd letta la rosa dei nomi proposti dalla segreteria provinciale ha stabilito che i quattro Dem che correranno alle prossime elezioni saranno oltre a Gianni Lorenzetti, la carrarese Benedetta Muracchioli, la massese Elena Mosti e Dino Bologna, già sindaco di Fosdinovo, espressione della Lunigiana.
Per quanto riguarda la posizione di Lorenzetti, i suoi attuali incarichi non lo rendono ineleggibile, ma sono incompatibili con la carica di consigliere regionale. Per cui una volta eletto dovrà lasciare il ’trono’ di Montignoso e la poltrona a Palazzo Ducale. In entrambi i casi saranno i suoi vice a prendere le redini dei due enti. Se per la Provincia si arriva a scadenza naturale alla primavera del 2026, Montignoso, essendo un Comune piccolo, potrebbe essere retto dal vice fino alla scadenza del 2027.