PATRIK PUCCIARELLI
Cronaca

La guerra di Fosco. Quando il marinaio scampò alle bombe. I ricordi di Gemetti

Ora ha 98 anni e nella memoria le imprese sull’incrociatore regio "Dal Duca degli Abruzzi ho visto affondare bombardata la nave ’Roma’". Fu imbarcato sulla ’Giuseppe Garibaldi’ come segnalatore . .

La guerra di Fosco. Quando il marinaio  scampò alle bombe. I ricordi di Gemetti

La guerra di Fosco. Quando il marinaio scampò alle bombe. I ricordi di Gemetti

E’ sulla poltrona il 98enne Fosco Gemetti, quella del salotto di casa sua. Ha in mano un fazzoletto e sorride, è pronto a ricordare quel giorno dove dall’incrociatore ‘Duca degli Abruzzi’ ha visto affondare la nave ‘Roma’ bombardata dai tedeschi e quando per due volte è scampato alla morte. "Sono nato il 10 giugno del ‘25 per la festa della Marina Militare" sottolinea fiero, lui che nella memoria segue le immagini della sua vita come segnalatore di bordo. Nel cassetto tiene un registro: ‘La mia vita da marinaio’ iniziato il primo agosto del 1941, quando si è arruolato volontario all’età di 16 anni spinto da un amico e dove, con frequenza quasi maniacale, ha riportato 8 anni sul diario di bordo.

Non ha tralasciato niente, quello che i suoi occhi hanno visto è lì tra le righe di una storia scritta negli attimi di riposo tra una branda sottocoperta e una pausa sul ponte della nave. Ma lui che ha ricevuto la Medaglia al valore non ha bisogno di sfogliare il diario per ricordare, si passa il fazzoletto sulle labbra e parte dall’inizio. "Ho messo piede al deposito Crem di La Spezia il 16 agosto del 1941 – racconta – per poi essere spedito alla scuola segnalatori di Pola il giorno successivo. Dopo circa un anno, l’11 giugno mi hanno assegnato al comando di Livorno in una piccola caserma". Il primo luglio del 1942, Gemetti viene promosso comune di prima classe, il suo ruolo da segnalatore permette il collegamento tra la nave e la terraferma così diventa indispensabile, affina il linguaggio morse e arriva la chiamata sull’incrociatore ‘Giuseppe Garibaldi’. "L’imbarco sulla Garibaldi è una storia fantastica - prosegue -. Dalla caserma di Livorno sono andato al comando di Marina Venezia poi ho viaggiato giorni in treno passando per la Jugoslavia fino a Navarino in Grecia dove ho preso una piccola barca per imbarcarmi sul Garibaldi".

E’ il 6 agosto del 1942, il segnalatore Gemetti fa parte dell’equipaggio e il suo ammiraglio è Giuseppe Fioravanzo, comandante dell’ottava divisione. Inizia così la navigazione, quella che si perde nelle miglia alla ricerca della costa della "città scomparsa che cercavamo appoggiando l’occhio al cannocchiale – scrive Gemetti sul diario di bordo – per dare l’ultimo sguardo e rivivere un istante. Le dolci ore passate all’ombra di quei grattacieli, che imponenti scivolano nell’oscurità, al di sopra di ogni verità. E’ sera sul ‘Garibaldi’ che naviga ora a velocità forzata per missione ignota, oltre al nostro incrociatore l’ottava divisione comandata dall’ammiraglio Fioravanzo si compone anche dell’incrociatore ‘Duca d’Aosta’ e siamo scortati dai cacciatorpedinieri ‘Artigliere, Gioberti, Granatiere e Carabiniere’". E’ sera anche il 6 agosto del 1943, quando l’ammiraglio con la divisione lascia Genova, l’obiettivo sono le navi alleate alla fonda a Palermo. Ma l’avvistamento, da parte della ricognizione aerea, di navi in rotta verso la divisione fa cambiare idea a Fioravanzo che si sarebbe scontrato con una forza navale alleata in netta superiorità. In gioco la vita di 1500 uomini degli equipaggi, così decide di abbandonare la missione e tornare alla Spezia "ero di servizio sul ponte in navigazione al largo di punta Mesco a Levanto - ricorda il 98enne - , ho visto tre scie venire contro di noi a prua, tre siluri che abbiamo evitato con una manovra, poi ho guardato la nave di scorta Gioberti che dopo pochi secondi è saltata in aria, credevo di morire quel giorno. E’ stata la punizione tedesca per non aver eseguito gli ordini".

Dopo poco Gemetti viene trasferito su un altro incrociatore il ‘Duca degli Abruzzi’, il 28 agosto è a bordo. Arriva poi la data storica dell’8 settembre 1943 quando viene firmato l’armistizio e inizia la Resistenza contro il nazifascismo, i tedeschi ora sono i nemici. La nave si trova a Genova da dove parte per ricongiungersi al ‘Roma’ dell’ammiraglio Carlo Bergamini e a tutto l’ottavo gruppo proveniente dalla Spezia per poi consegnarsi agli alleati a Malta. Ma a 16 miglia dal Golfo Dell’Asinara a nord della Sardegna "ero con il binocolo sulla plancia quando intorno alle 15.40 ho visto qualcosa, sembravano uccelli, dopo poco un boato, la nave è scomparsa nel fuoco delle bombe radioguidate tedesche sganciate dalla Luftwaffe che il 9 settembre hanno affondato la corazzata ‘Roma’. La tragedia si è aperta davanti ai miei occhi: a noi hanno dato l’ordine di fuggire verso Malta". Nell’attacco sono morte 1393 persone segnando così uno dei momenti più atroci della Regia Marina. L’anno successivo Gemetti sbarca e viene destinato ai semafori di costa dove rimane in servizio fino al 30 settembre del 1949, l’anno del suo congedo.