ALFREDO MARCHETTI
Cronaca

La ’guerra’ dei rifiuti. Pisa non vuole Cermec dentro ’Retiambiente’

Presentato ricorso per annullare una delibera della giunta di Serena Arrighi. Il Comune accusa Massa e Carrara di ’scaricare’ le criticità nella maxi partecipata.

Presentato ricorso per annullare una delibera della giunta di Serena Arrighi. Il Comune accusa Massa e Carrara di ’scaricare’ le criticità nella maxi partecipata.

Presentato ricorso per annullare una delibera della giunta di Serena Arrighi. Il Comune accusa Massa e Carrara di ’scaricare’ le criticità nella maxi partecipata.

"Emerge l’illegittimità della delibera adottata dal Consiglio comunale di Carrara che ha approvato il conferimento in Retiambiente Carrara delle azioni possedute dallo stesso Comune in Cermec, e di tutti gli altri atti presupposti e connessi del pari impugnati, ancorché non conosciuti". Si profila una vera e propria battaglia legale quella che il Comune di Pisa ha messo in piedi per fermare l’entrata di Cermec dentro la maxi partecipata Retiambiente. Secondo l’amministrazione guidata da Michele Conti l’iter approvato dalla città del marmo, ovvero il conferimento delle azioni di Cermec in Retiambiente Carrara (circa due milioni e 700mila euro basato su una perizia) e il successivo trasferimento in Retiambiente, è del tutto illegittimo perché contrario alla normativa vigente, sottolineando il fatto che questa operazione potrebbe essere dannosa per gli interessi pubblici.

Nella trentina di pagine presentate come ricorso straordinario al Presidente della Repubblica, l’amministrazione di centro-destra sostiene che una soluzione preferibile per tutti ci fosse già, ovvero quella proposta dall’Ato Toscana Costa e da Retiambiente nel 2023, il comodato, ma oneroso, come previsto dal Testo unico degli enti locali e dal Testo unico sulle società a partecipazione pubblica, accusando Massa e Carrara di volersi liberare delle responsabilità e dei costi che riguardano l’impianto che si occupa di trattamento di rifiuti. Impianto che, come ricorda lo stesso ricorso, vede la necessità di interventi di bonifica pari a 11 milioni di euro. Società che era stata poi risanata a inizio 2025 dall’attuale amministratore unico Lorenzo Porzano, tanto da portare il concordato preventivo all’archiviazione.

Nella sostanza sono tre i punti che l’amministrazione pisana contesta: violazione di legge, difetto di istruttoria e motivazione, sviamento di potere. In merito alla prima contestazione, la legale Sandra Ciaramelli scrive (chiamando in causa anche l’amministrazione guidata dal sindaco Francesco Persiani): "Il presente gravame è rivolto non solo contro il Comune di Carrara, e la sua delibera del marzo scorso, ma anche contro il Comune di Massa (non si sa se abbia già adottato provvedimenti analoghi a quello del Comune di Carrara), nonché la società che gestisce il Servizio integrato dei rifiuti dell’ambito Toscana Costa (Retiambiente) Questi enti attraverso un comune, quanto illegittimo, “disegno” operativo, hanno consentito al Comune di Carrara di darvi sostanziale esecuzione mediante la delibera consiliare".

"Il “disegno” – prosegue – consiste, sin dalla prima ora, nel liberarsi dell’impianto/polo impiantistico di Massa, e della società Cermec (detenuta dai due Comuni stessi) che ne è titolare e lo gestisce. La Cermec è stata in concordato preventivo per lunghi anni (almeno fino a novembre scorso), e del cui stato di “salute” è facile avvedersi dalla lettura degli atti, ma anche dalla richiamata deliberazione della Sezione di controllo della Corte dei Conti, relativa alla precedente operazione societaria del Comune di Carrara avente ad oggetto la scissione del ramo di igiene ambientale da Nausicaa, che ha dato luogo alla costituzione di Retiambiente Carrara".

"E’ una società (ed un impianto) – si legge – che per continuare a funzionare, cioè a conservare i titoli autorizzativi rilasciati dalla Regione Toscana, necessita di interventi di bonifica e della realizzazione di impianti per il trattamento di acque che comportano una spesa incontestata di oltre 11 milioni di euro". Nel ricorso di fa poi riferimento al potenziale contrasto di questa operazione con quanto previsto dal Tusp e dal Tuel.

Per il passaggio di Cermec in Retiambiente Toscana, prosegue: "Né nella delibera dell’Ato del novembre 2024, né tantomeno nel contratto transitorio, si trova traccia alcuna delle ragioni per cui la soluzione individuata sia da ritenersi preferibile rispetto alla proposta operativa formulata dall’Ato e da Ra nel maggio del 2023 (comodato, ndr). Non vi è nessuna comparazione tra possibili percorsi e soluzioni. Vero è che l’articolo 113 del Testo unico enti locali statuisce che gli enti locali non possono cedere la proprietà degli impianti, delle reti e delle altre dotazioni destinati all’esercizio dei servizi pubblici".

"E’ evidente – prosegue il ricorso – come la deliberazione del consiglio comunale di Carrara viola apertamente le norme suddette del contratto di servizio anche in considerazione che è un fatto notorio quali sono le condizioni in cui versa l’impianto Cermec di Gotara o comunque lo si trova fotografato nella Relazione territoriale sulla Regione Toscana della commissione parlamentare di inchiesta approvata nella seduta del 28 febbraio 2018. Tale relazione riferisce che Cermec gestisce “un impianto di trattamento di rifiuti che è vetusto e che determina gravi problemi di miasmi e maleodoranze che si diffondono nel territorio circostante, a motivo del fatto che le operazioni di raffinazione del materiale organico stabilizzato vengono svolte all’aperto mentre, per quanto riguarda gli scarichi, l’impianto di trattamento delle acque di prima pioggia è del tutto inidoneo".

Con il rischio, se l’operazione andrà in porto, di maggiori costi per la cosa pubblica: i vantaggi economici saranno "sicuramente per il Carrara, che si libererà del Cermec, ma non vale affatto per gli altri 98 Comuni, sui quali graveranno, tramite Retiambiente, i costi della bonifica e degli altri interventi occorrenti alla “salvezza” del titolo autorizzativo dell’impianto. Si riduce l’impatto pubblico sulla finanza pubblica di Cermec, si evita la permanenza di una pluralità di moduli societari, si evitano inefficienze gestionali, ma per chi? Per quali soci di Retiambiente? Per i soli Comuni di Massa e Carrara".

Alfredo Marchetti