’La giovinetta’, Il torso di donna, ’La trapezista’: donne scolpite nel marmo bianco, ferme, decise ritratte in quella forza e con quelle radici che solo la pietra può dare. Sono le oltre 20 opere di Felice Vatteroni, lo scultore carrarese a cui il fondo Micheli Pellegrini Binelli apre le porte a partire da domani alle 18,30. Una mostra curata dal figlio Giovanni e illustrata da Luisa Passeggia che declina la formazione dello scultore carrarese che ha attraversatro la storia del Novecento. Fra i numerosi Maestri di Carrara, Felice Vatteroni (1908-1993), nell’arco della sua lunga esistenza, ha attraversato alcune delle principali correnti artistiche.
Dai primi insegnamenti ricevuti nel segno della classicità alla locale Accademia di Belle Arti, durante l’alunnato svolto sotto il magistero di Carlo Fontana, a quella scultura organica che ha fatto dell’equilibrio tra forma e materia la propria inossidabile cifra stilistica. Tre gli elementi intorno ai quali si è sviluppata la ricerca artistica: la costante osservazione della natura, con la rappresentazione della donna come dea primordiale, ben ancorata alla terra da cui trae la propria forza; la forma, che nel corso del tempo è passata da una visione realistica ad una rappresentazione lineare e sintetica; infine la sperimentazione della materia, dal marmo al bronzo, dal cemento alla creta, sempre nel rispetto della coerenza stilistica.
Le opere esposte sono state realizzate negli ultimi anni dell’attività artistica dello scultore e rappresentano il raggiungimento di quella sintesi formale ed estetica che Vatteroni ha ricercato negli anni del suo percorso artistico. Un posto a parte, come emerge anche da questa mostra ideata e curata dal figlio Giovanni, occupa il disegno: da strumento di studio per la realizzazione scultorea a soggetto autonomo. La mostra, che fa parte delle iniziative collaterali a Con-Vivere, sarà visitabile fino al 28 settembre dal martedì alla domenica dalle 17 alle 19. L’iniziativa ha il patrocinio del Comune e il sostegno di Unesco, Rotary Carrara e Massa e Amici dell’Accademia di Belle arti.