Le migliaia di visitatori che affolleranno Fivizzano in questi giorni di “Sapori“, rassegna giunta alla 20° edizione, avranno modo di ammirare sul frontale d’angolo fra la Biblioteca Civica e il Museo di San Giovanni una targa marmorea, collocatavi pochi giorni fa. "A Fivizzano, nel Palazzo della patrizia famiglia Fantoni, nell’anno 1802, il Conte Agostino Fantoni inventa per la sorella Maria Anna Carolina diventata cieca una “preziosa stamperia“, la prima a stampare come una moderna “macchina per scrivere“.
Si tratta di "ingegnosissima invenzione con cui si è reso caro e memorabile all’Umanità" (dalla lettera di Baldassare Vetri del 29 Maggio 1802). L’antico attrezzo è andato perduto,ma le lettere scritte dalla Contessa sono custodite all’Archivio di Stato di Reggio Emilia, testimonianza unica al mondo. Affinchè questa geniale invenzione italiana resti nella memoria e sia resa giustizia al Conte Fantoni, il sodalizio Compu (Associazione Italiana collezionisti macchine per ufficio) e l’associazione Bianchi e Bosi posero questa targa. Molte le persone venute ad ascoltare nel Museo di San Giovanni la conferenza tenuta da Domenico Scarzello e Cristiano Riciputi, referenti di Compu, che hanno finanziato quasi per intero la targa marmorea. I due relatori sono anche autori del libro “Macchine da scrivere“, che hanno ripercorso fin dagli albori più lontani, l’origine di questo insostituibile strumento tecnologico. Avevano con sé anche una preziosa “M1“, una delle prime macchine da ufficio con scrittura “nascosta“, perfettamente restaurata. Molte le domande poste da un pubblico particolarmente attento. All’evento erano presenti il sindaco Giannetti e il suo vice Poleschi, con tutta l’amministrazione. "Come è solito accadere per le grandi cose - ha precisato Domenico Scarzello referente della Compu - anche in questo caso, quella della macchina da scrivere ha avuto origine da un nobile atto d’amore. E’ stato infatti l’amore fraterno del conte Agostino Fantoni, nei confronti della sorella la contessa Anna Carolina che stava divenendo irrimediabilmente cieca, a spingerlo nell’ideare e costruire quella che può essere chiamata la prima macchina da scrivere nel 1802. L’antesignana del moderno computer dei giorni nostri".
Roberto Oligeri