
Importanti novità per quanto riguarda il riutilizzo di sabbia che arriva dal Magra
Gestione della costa, rispascimenti e sicurezza della navigazione. Il professor Mauro Rosi annuncia dalla Biennale del Mare Blu di Livorno che sono in corso "sviluppi rilevanti nell’ambito della normativa di settore". Rosi, vulcanologo, coordinatore di Romcav (Rete operativa per la manutenzione della costa apuoversiliese) e membro dello staff del sindaco di Forte dei Marmi, Bruno Murzi, si occupa da anni del problema dell’erosione costiera. Nel suo intervento a Livorno ha illustrato l’esperienza della rete promossa nel 2023 con l’obiettivo di avviare un’azione intercomunale strutturata per la tutela del litorale. Ma quali sono le novità? "Sono attualmente in fase di revisione – ha detto – due percorsi normativi, uno a livello regionale e uno nazionale, che potrebbero finalmente rendere possibile il riutilizzo dei sedimenti dragati dalle aree marine esterne alle strutture portuali anche per finalità di ripascimento e difesa ambientale. La Regione Toscana ha avviato l’aggiornamento delle soglie di riferimento per sostanze come nichel e cromo, naturalmente presenti nei sedimenti del fiume Magra e del fiume Cecina, e che finora hanno rappresentato, specie per il nostro ambito, un forte impedimento all’utilizzo dei sedimenti dragati a favore della costa. Parallelamente è in corso un lavoro tecnico a livello ministeriale per la revisione dell’allegato normativo alla legge ambientale, oggi caratterizzato da vincoli eccessivamente rigidi che ostacolano la possibilità di intervento".
A fronte anche dell’episodio del recente incagliamento della nave Guang Rong a Marina di Massa, Rosi ha ribadito l’urgenza di garantire condizioni di sicurezza per la navigazione, oggi compromesse dall’innalzamento progressivo dei fondali in prossimità delle imboccature portuali di Viareggio e di Marina di Carrara. "Intervenire con rapidità – ha sottolineato – è fondamentale non solo per l’operatività delle infrastrutture ma anche per prevenire possibili criticità ambientali".
Il modello di intervento Romcav dimostra come sia possibile, attraverso una sinergia tra enti e soggetti portuali, intervenire in modo coordinato e senza oneri per il territorio. "È bene precisare – evidenzia Rosi – che l’obiettivo non è trasportare sulla costa sabbie dragate dall’interno dei porti – che potrebbero presentare criticità ambientali – bensì intervenire preventivamente in mare, nelle aree esterne all’imboccatura del porto di Marina di Carrara, per intercettare i sedimenti prima che si accumulino nei canali di accesso. Il modello Romcav opera esclusivamente in questo contesto e saranno sempre effettuate tutte le analisi previste dalla normativa a tutela della salute pubblica e dell’equilibrio dell’ecosistema marino. Abbiamo strumenti e risorse già disponibili, ma senza un adeguamento delle regole ogni possibilità di intervento resta congelata".