RICCARDO JANNELLO
Cronaca

Jannello ritrovato nel centenario dalla nascita

Il ricordo del grande autore teatrale nelle parole del figlio: "“Votate Isidoro“ torna in scena dopo la ’latitanza’ iniziata negli anni ’70"

Jannello ritrovato nel centenario dalla nascita

di Riccardo Jannello

Cercavo di ricordare da quanto tempo non assistessi a una commedia di mio padre Giovanni al Teatro Guglielmi. Tanto tempo. Troppo. So che in questi 40 e più anni non è mai stato dimenticato, che molte compagnie parrocchiali o scolastiche l’hanno rappresentato, così come diverse associazioni amatoriali hanno fatto in tutta Italia nei loro dialetti. Ma mai più al Guglielmi, la ’sua casa’. Certo, non c’è stata occasione nella quale non sia risuonata qualche sua poesia o qualche racconto scritto nei suoi anni più prolifici. E così quando fui insignito (che bella parola...) con mio fratello Nicola della Capagna del Rusco e Foghie fu bellissimo ascoltare dalla voce di Fabio Cristiani ’Natale alla Conca’, uno dei brani a cui più sono affezionato perché orgogliosamente nato al civico 2 dell’allora via Bocchetta con le finestre che danno sulla piazzetta fra le più suggestive della città. E che "son della Conca" lo ripeto scandendo le parole nel mio dialetto un po’ fragile ovunque mi trovi.

Stasera, quindi, ’Votate Isidoro!’. Ma perché tanta latitanza nel rappresentare Giovanni Jannello? Perché purtroppo ci sono precedenti risalenti alla fine degli anni Settanta che misero in contrapposizione insanabile mio padre con alcuni – i più forti – attori del Teatro Città di Massa che aveva contribuito a fondare nel 1966 (costringendolo a emigrare in un’altra compagnia). Così i copioni sono rimasti chiusi negli archivi. Ma penso che sia ora di mettere da parte antiche – e ingiuste – persecuzioni per un motivo se non altro celebrativo: Giovanni Jannello il 26 luglio compirebbe 100 anni e merita di essere ricordato e riscoperto. Quando Roberto Borghini e il Teatro Comico Dialettale Massese mi hanno chiesto di potere rappresentare ’Votate Isidoro’ ho detto sì, facendo cadere quel veto pensando proprio ai 100 anni di papà. E a quanto sia giusto che il teatro dialettale, che ha registi, attori e tecnici molto bravi, recuperi quello che è stato il suo autore più importante. E questo non lo dico perché sono il figlio. Cerco brevemente di spiegare la convinzione che non è solo mia ma corroborata da diversi studiosi.

Giovanni, forte della sua esperienza giornalistica, ha raccontato la Massa del suo tempo, quella che fra il 1960 e il 1980 si muoveva fra un presente difficile e un futuro incerto. Quella società è finita nelle sue commedie in tutti i suoi pregi e i suoi difetti, letta con una base sociologica e antropologica perfetta, rappresentata nei suoi personaggi senza ambiguità e senza cedere al melodramma. E con il gusto della risata. Un realismo profondo e ineguagliabile portato sulla scena in modo credibile e professionale fino alla rottura del rapporto. Dispiace che da quel momento in poi le sorti del teatro dialettale si siano troppo spesso affidate su testi tradotti da altri dialetti (soprattutto fiorentino, pisano, livornese) soffocando la creatività degli autori nostrani. Ritrovare il teatro di Giovanni Jannello è tutta un’altra cosa (e non lo dico io). Spero davvero che ’Votate Isidoro’ e i 100 anni possano servire per riprendere un discorso interrotto che può solo dare alla nostra città emozioni sincere e ogni sera sorprendenti. E magari spingere a tornare a scrivere copioni di qualità.