
Il team della sala operatoria dell'Opa
Massa, 17 marso 2015 - Gli addetti ai lavori dicono che mettendo l’ombrellino dentro il cuore si evitano gli ictus. Magari non è così semplice, ma è grazie a questo intervento fatto in anestesia locale, che l’Ospedale pediatrico apuano ha conquistato la leadership europea negli interventi al cuore. Interventi indispensabili per ridurre gli ictus, i coaguli di sangue che giunti al cervello possono causare morte o disabilità. Ebbene, l’équipe guidata dal dottor Sergio Berti, direttore cardiologia diagnostica e interventistica dell’Opa, ha perfezionato un tipo di intervento, a paziente sveglio, che riduce i rischi di ictus. Con il malato che resta in ospedale, dopo l’intervento, uno o due giorni. Tutto parte dalla Fibrillazione atriale, l’aritmia cardiaca responsabile di un ictus su 5. Quanto accade poi l’abbiamo chiesto al dottor Berti. Ecco l’intervista.«La Fibrillazione atriale rallenta il flusso sanguigno, in particolare nell’auricola sinistra (una zona del cuore ndr). Il rallentamento favorisce la formazione di coaguli di sangue che possono migrare, portati dal flusso, in altri organi. Se il coagulo giunge al cervello ostruisce una delle arterie». Quali erano i rimedi disponibili? «La medicina che ha cambiato la storia è il “Coumadin”. Questa terapia anticoagulante è in grado di ridurre il rischio di ictus del 60-70%. E da poco sono disponibili nuovi farmaci anticoagulanti che sembrano offrire prospettive terapeutiche sulle quali abbiamo tanto da imparare. Purtroppo solo poco più della metà dei pazienti che dovrebbero fare terapia anticoagulante la assume». Perché? «Un paziente su cinque non può assumere questi farmaci perchè affetti da un elevato rischio emorragico. Da un lato i pazienti avrebbero un beneficio dall’assumerli, dall’altro se li assumono si espongono al rischio di sanguinamento. Pensi a chi ha avuto emorragie gastriche o intestinali. Esistono poi pazienti che per altre malattie hanno difficoltà a fare la terapia anticoagulante». Ci sono interventi che mettono al riparo dall’ictus questi soggetti?«Sì. Esiste l’intervento di chiusura dell’auricola sinistra che ha dimostrato di ridurre il rischio di ictus in soggetti che non possono assumere la terapia anticoagulante di circa il 70-80%». In cosa consiste l’intervento? «Bisogna inserire una sonda in una vena della gamba e da lì raggiungere l’auricola, poi attraverso la sonda posizionare un’ombrellino all’imbocco dell’auricola». Tutto in anestesia generale? «Generalmente sì ma il nostro Istituto ha dimostrato che l’intervento può essere fatto in anestesia locale, col paziente sveglio. Questo riduce il disagio per il paziente». Poi quanto tenete i pazienti in ospedale?«Circa uno o due giorni».