
Massa Carrara, 12 agosto 2023 – Ha fatto registrare un picco record il 2022 rispetto agli ultimi anni nell’escavazione delle Alpi Apuane nella provincia apuana. Il dato emerge dal monitoraggio del Piano regionale cave, elaborato dalla Regione Toscana anche in base forniti dai Comuni, e i numeri non mentono: più volumi scavati, soprattutto derivati, mentre il calo degli addetti prosegue inesorabile. Ed è ancora qui che si concentrano i maggiori infortuni sul lavoro, in aumento anche se di poco ma in linea con la crescita dei volumi estratti dalle montagne con Carrara che fa ovviamente la parte della ‘regina’ in questa classifica, l’unica a garantire un trend di escavazione in linea con quelli che sono gli obiettivi prefissati dal Piano regionale cave: con i ritmi attuali per ora si attesta su un 74% circa del materiale estraibile previsto dal Prc.
Un aumento netto rispetto agli anni della pandemia ma che non si spiega solamente con una ripresa normale delle attività: perché il confronto è impietoso anche con gli anni precedenti. Nel 2022 sono stati escavati dalle montagne apuane, quindi i versanti di Massa Carrara, oltre 1 milione e 846mila metri cubi di materiale. Nel 2019 erano stati 1,5 milioni circa. C’è un’impennata netta, l’unica di tutti i bacini estrattivi della Toscana. Caso curioso, a calare sono i materiali ornamentali da taglio, che da cifre che si aggirano sui 370mila o 350mila fra 2019 e 2019, nel 2022 crollano a 294mila, meno anche del 2021. Quindi per l’anno precedente il totale della produzione di derivati ornamentali in metri cubi è di 1,486 milioni di metri cubi, contro il milione circa del 2018 o i 986mila metri cubi del 2021. Un incremento dei volumi estratti che si aggira sul 30% rispetto al 2018.
In generale in Toscana l’estrazione di materiali per usi ornamentali, in termini quantitativi di volumi estratti si aggira sui 2,3 milioni di metri cubi, fra materiali da taglio e derivati, quantità simile a quella che viene prelevata dalle cave di materiale da costruzione, e la provincia che ‘primeggia’ è quella apuana con 1,8 milioni di metri cubi di marmi, scaglie e terre. Ed è il monitoraggio del Piano regionale cave a sottolineare come "nel segmento degli ornamentali si nota l’impennata della produzione che non si giustifica solo con la fine della pandemia visto che supera anche i dati pre-Covid ma forse va associata alla scadenza di tutte le concessioni fissata a ottobre del 2023. Numeri record che fanno a pugni con gli addetti impiegati in cava: secondo il nuovo monitoraggio, che rispetto al precedente riesce a separare le aziende estrattive da quelle di trasformazione, il numero dei dipendenti è molto inferiore rispetto agli anni precedenti, anche se "l’informazione risente ancora di una forte incertezza dovuta alla scarsa conoscenza da parte dei Comuni circa la reale composizione delle industrie estrattive e dalle scarse informazioni che queste rendono ai comuni di riferimento".
A ogni modo, per il 2022 gli addetti per la provincia apuana nel settore estrattivo sarebbero 658, in netto calo rispetto agli oltre 800 del 2020 e 2021. Il monitoraggio del Prc a questo punto calcola anche la ‘produttività’ di questi operai: rispetto a oltre 1,8 milioni di metri cubi, quindi, ciascun operaio ha estratto in un anno 2.800 metri cubi di marmo, quindi bastano circa 3,56 dipendenti per portare via 10mila metri cubi di materiale. Infine la nostra provincia resta ancora quella dove il numero di infortuni sul lavoro in cava resta il più alto della Toscana: 42 casi denunciati nel 2022, erano 40 nel 2020, di cui 24 nella fascia di età dai 30 ai 50 anni e 18 over50.
Francesco Scolaro