Inaugurata la nuova strada ’Fieschi-Malaspina’ che porta ad Agneda

Inaugurata la nuova strada ’Fieschi-Malaspina’ che porta ad Agneda

Inaugurata la nuova strada ’Fieschi-Malaspina’ che porta ad Agneda

Intitolata ad Alagia Fieschi e Moroello Malaspina la nuova strada comunale per Agneda. La cerimonia inaugurale si è svolta domenica scorsa alla presenza del sindaco Matteo Mastrini, di Giovanni Cittadini del comitato Giovagallo luogo dantesco e del dantista Mirco Manuguerra, che invocato "la protezione del veltro" di dantesca memoria. La nuova strada è stata finanziata con circa 500mila euro dal Ministero dell’Interno. ""Sussisteva una grave situazione di dissesto idrogeologico e l’intero versante era a rischio - ha detto il sindaco -. Sia la strada, sia i muri che la reggevano erano ormai in condizioni precarie: per questo abbiamo chiesto aiuto al Ministero presentando un progetto esecutivo che è stato accolto e finanziato. Ho sempre pensato che ad ogni singolo cittadino debbano essere garantiti i diritti fondamentali. Lo vediamo in sanità, con le aziende sanitarie locali, nella scuola, con le pluriclassi, e nei Comuni grandi, ma con pochi abitanti: ormai le leggi funzionano con logiche quantitative e questo lo ritengo profondamente ingiusto. E soprattutto contrario al dettato costituzionale: è bene che tutti se lo ricordino". Soddisfatto per l’intitolazione della strada ad Alagia e Moroello il presidente del Comitato Giovagallo Luca Lombardi: "Prima con Manfredi, nel 1266, poi con suo figlio Moroello e la moglie Alagia Fieschi, i marchesi Malaspina sono mecenati generosi di Dante Alighieri. Una prodigalità che il sommo poeta ricambia citando Moroello nel XIV Canto dell’Inferno e Alagia nel XIX Canto del Purgatorio. Ritengo che spesso si sia stati inconsapevoli, in Lunigiana, del valore della nostra tradizione e quindi incapaci di rappresentarlo: prendiamo atto che l’amministrazione comunale di Tresana sta cercando di compiere questo sforzo, di percorrere questa strada. E noi collaboriamo volentieri in quanto estimatori del territorio".

Natalino Benacci