Il sacrificio dei medici "Colleghi indimenticabili"

Commemorazione in ricordo di Landucci, Catalano, Brancadoro e Morale

Il sacrificio dei medici  "Colleghi indimenticabili"

Il sacrificio dei medici "Colleghi indimenticabili"

Davanti al Noa ieri c’è stata una commemorazione organizzata dall’Ordine dei Medici di Massa Carrara per i professionisti della sanità deceduti per Covid. La cerimonia ha avuto luogo di fronte alla lapide che ricorda Cesare Landucci, Nazzareno Catalano, Raffaele Antonio “Lele” Brancadoro e Marco Morale. E’ stato anche un momento di raccoglimento per ricordare quei difficili momenti che hanno visto l’ospedale Apuane e tutti i suoi operatori sanitari trovarsi a gestire una situazione senza precedenti, da affrontare in particolare nella prima fase “a mani nude”, con coraggio, forza di volontà, professionalità e senso di sacrificio. Il presidente dell’Ordine dei Medici, Carlo Manfredi, il direttore sanitario dell’ospedale, Giuliano Biselli, l’ex direttore dell’unità operativa complessa di Medicina Alessandro Pampana e Roberta Crudeli a nome dell’amministrazione di Carrara, hanno portato la loro testimonianza e il loro personale ricordo del vissuto a tre anni di distanza dalla pandemia, con un commosso saluto alle vittime tutte e in particolare ai medici della provincia apuana. Giuliano Biselli, in particolare, ha voluto ringraziare tutto il personale dell’ospedale e ha ricordato come la nuova struttura, grazie alla sua modernità e flessibilità, si sia potuta velocemente adattare alle necessità durante la pandemia.

"In una giornata come oggi si riaprono le ferite – commenta Guido Bianchini, responsabile del reparto Covid del Noa e attuale facente funzione dell’unità operativa di Medicina Apuana –. E’ un anniversario che ci ricorda quello che è successo: abbiamo perso degli amici e dei colleghi e ci ritornano alla mente i volti di coloro che ci hanno lasciato. Durante l’emergenza Covid ogni sera non sapevamo cosa sarebbe successo l’indomani, il nostro primo obiettivo era quello di portare a casa tutti i nostri ’soldati’. La notte tra il 7 e l’8 marzo 2020 sono mancati i primi pazienti e abbiamo pensato che niente sarebbe stato più come prima. Di quei giorni l’unica cosa positiva è stato il sentire intorno a noi una profonda rete di solidarietà della comunità. Tutti i giorni, anche oggi, continuiamo a svolgere con la stessa umanità e professionalità il nostro lavoro, ma purtroppo la solidarietà di quel periodo nei nostri confronti a volte sembra essere venuta meno e questo per noi è motivo di grande tristezza. Una cosa che voglio ricordare è che la ventilazione meccanica non invasiva che tanto abbiamo applicato ai pazienti, salvando tante vite, era già una metodica utilizzata e conosciuta nel nostro ospedale. Tra l’altro Marco Morale, Cesare Landucci e Lele Brancadoro erano stati, tra i colleghi, per primi ad essersi dedicati a questa innovativa e fondamentale procedura".