GIANLUCA BONDIELLI
Cronaca

Il “don Chisciotte” del recupero "Non buttate, tutto si può riparare"

La battaglia di Guglielmo Ricci per ridurre i rifiuti elettronici: "Basterebbe informare sui costi reali"

di Gianluca Bondielli

“Non li buttare, si possono riparare”, c’è scritto nel volantino insieme a televisori, radio e lettori dvd. Una battaglia contro lo spreco quella di Guglielmo Ricci, tecnico elettronico, 40 anni di esperienza e titolare del Digital Video Service, il “don Chisciotte” del recupero. In provincia ormai i centri che riparano televisori e ogni altro genere di piccoli elettrodomestici si contano sulle dita di una mano. "E’ una professione che potrebbe avere grandi prospettive di crescita – spiega Ricci – e rischia invece di scomparire. In Italia metà dei laboratori del centro nord hanno chiuso. Da noi sempre di più arrivano clienti da Lucca, Pisa e La Spezia. Ci hanno mandato in riparazione un televisore a valvole degli anni 50 anche da Napoli, pensavo fosse uno scherzo. Il cliente aveva speso 300 euro in pezzi di ricambio e non riusciva a ripararlo".

La disinformazione è il primo nemico di Guglielmo Ricci. "La gente non sa che si può riparare e a prezzi convenienti. Arrivano da me – racconta – e mi riferiscono che il TV pagato 800 euro, portato in riparazione a causa della mancata reperibilità della scheda difettosa gli è stato reso non riparato dicendogli di gettarlo perché non si può far nulla. Si parla tanto di green economy ma in realtà il governo non ha nessuna intenzione di cambiare questo sistema consumistico e ridurre la spazzatura elettronica. Eppure almeno il 60 per cento delle apparecchiature elettroniche è riparabile; i televisori anche l’80% e un 10 può servire per i ricambi". Quel che rimane, assicura, si può smaltire differenziato.

Neppure le riparazioni sono più quelle di una volta. "Ormai non si cambiano più i componenti ma l’intera scheda – chiarisce Ricci –. Se al costo di una nuova scheda si aggiungono Iva e manodopera si fanno due conti e si preferisce comprare il nuovo. Ma basterebbe sostituire il singolo componente per far rifunzionare un prodotto difettoso. Ho comprato un macchinario per la rielaborazione dei componenti BGA montati sulle schede di TV e altre apparecchiature elettroniche che costa 4.000 euro, mi ci è voluto un mese per imparare ad usarlo. Per le riparazioni, oltre alle basi dell’elettronica, serve una metodologia che si apprende con l’esperienza e neanche la scuola ti può insegnare. E trucchi del mestiere affinati negli anni. Ci siamo fatti una banca dati digitale per la riparazione. Per gli studenti degli istituti tecnici che hanno voglia di imparare c’è qui è una scuola. Io ho sessant’anni, posso andare avanti ancora per un’altra quindicina ma si rischia poi di disperdere questo patrimonio".

L’angoscia di Ricci sono i sui rifiuti RAEE, di apparecchiature elettriche ed elettroniche. "Quante cose buone vengono buttate! – dice amareggiato –Ne ho parlato con l’assessore all’ambiente di Massa e della Regione, ho scritto anche a Rai 3. Potrebbe essere utile mettere volantini informativi sulla riparazione all’ingresso della ricicleria per invitare chi va a smaltire a ripensarci e provare a riparare, indicando anche i riparatori disponibili. Con la giusta attenzione si potrebbe creare una catena virtuosa della riparazione nazionale che incentivi riutilizzo ed economia circolare. In alcuni paesi, come la Norvegia, sono nati supermercati dell’usato. E i soldi del bonus tv? Si potevano risparmiare e magari darli alla sanità. Basta attaccare un decoder con telecomando unico per vedere tutto e anche registrare. La spesa? Da 25 ai 45 euro".