Ha scelto la Lunigiana, il maestro Ferruccio Bartoletti, per vivere, ispirarsi e comporre. La sua, non è certo una casa qualunque: si tratta del Palazzo Gargiolli-Malaspina che si staglia di fronte la Chiesa di San Terenzo, l’imponente e storica dimora dove sul finire del Settecento visse la Marchesa Clara Malaspina del ramo di Treschietto, andata in sposa al nobile locale Giovan Battista Gargiolli, meglio conosciuta come la ’Marchesa di S. Terenzo’. "Ho lasciato la mia città natale, La Spezia, così congestionata ed affollata di gente per rifugiarmi qui - racconta il maestro - nella quiete della Lunigiana dove il tempo conserva ancora una dimensione. La mia passione per la musica, specie per gli organi? Fin da bambino, alle elementari, ne ero pervaso: sono sempre stato affascinato dagli organi e ricordo bene quando comprai il mio primo 45 giri, il ’Toccata e fuga’; questa composizione del grande Bach mi aveva letteralmente rapito, una musica divina, incredibile…"
Era entrato fin da piccolo in Conservatorio?
"Inizialmente ero autodidatta, ma feci presto ad intuire che la musica era una disciplina, un’arte che si tramanda per cui devi avere un maestro, un insegnante per il suo studio particolare. E per disciplina, intendo il modo di suonare: la musica è una struttura che va decifrata ed è necessario avere i mezzi giusti per farlo, devi conoscere e fare un percorso di formazione specifico. La mia, diciamo fortuna fu quando nel 197475, il Conservatorio ’Paganini’ di Genova, aprì una sezione staccata a La Spezia, l’attuale ’Giacomo Puccini’, divenuto poi autonomo. Iniziai gli studi acquisendo solide basi in pianoforte; all’epoca, organisti professionisti fra La Spezia e Massa-Carrara non ce n’erano e dopo anni di conservatorio, feci un’audizione con il famosissimo concertista Giancarlo Parodi a Trento. L’audizione era finalizzata ad entrare a far parte della sua classe di organo e composizione organistica; venni accettato e mi diplomai con il massimo dei voti a Padova. E’ da lì che è iniziata la mia personale carriera concertistica"
Lei si esibisce in tutta Europa, è risaputo..
"Suono per la Radio tedesca, svizzera, austriaca , polacca. Si, i Paesi dove mi esibisco, sono molteplici: nel 2004 a Notre Dame a Parigi, al Gewand House con l’Orchestra della Radio di Lipsia in Germania, in Polonia, Slovacchia, Svezia e Danimarca, poi Belgio, Norvegia, Olanda; anche a Kiev in Ucraina. Sono stato a Beirut, inaugurando l’organo del locale Auditorium; a Cipro in occasione dei 700 anni dall’incontro fra San Francesco ed il Sultano Malik al Kamil. Inoltre, sempre per restare in campo professionale, sono ’improvvisatore all’organo’ per le colonne sonore di film dei primi del Novecento, nonché docente di conservatorio, in ultimo al Conservatorio Statale ’Tartini’ di Trieste"
Cos’è per lei la musica?
"E’un linguaggio con cui s’esprimono i sentimenti più profondi dell’animo; una volta che vivi questa dimensione diventa il linguaggio con cui tu comunichi con gli altri. Perché la musica, è comunicazione e condivisione".
Roberto Oligeri