ALESSANDRO SALVETTI
Cronaca

Il biodigestore e le criticità L’esame di Legambiente

L’associazione ha presentato le osservazioni in Regione dopo un attento esame "Mancano soluzioni efficienti e certe per evitare inquinamento e alti consumi" .

Il biodigestore e le criticità L’esame di Legambiente

Inquinamento atmosferico causato dall’emissione di anidride carbonica ed eccessivo consumo di risorse idriche, ma anche emissioni odorigene e di polveri sottili dovute al traffico. Sono le criticità del biodigestore che sorgerà al Cermec secondo i circoli Legambiente Carrara e Legambiente Massa-Montignoso che, dopo aver acquisito la documentazione progettuale, hanno presentato le osservazioni al Settore Autorizzazioni Rifiuti della Regione Toscana.

"Il principale limite del progetto depositato dalla ditta – spiega l’associazione – è rappresentato dalla mancanza di soluzioni tecniche efficienti e ‘certe’ in grado di evitare l’emissione in atmosfera dell’anidride carbonica prodotta dai processi di raffinazione del biogas". Il progetto da 36 milioni di euro, il cui iter è partito in via ufficiale a marzo, prevede di compensare le emissioni attraverso piantumazioni. Soluzione che non convince Legambiente, che propone anzi un sistema di captazione della CO2, la sua compressioneliquefazione e il recupero mediante collocamento sul mercato per gli usi tecnici nonché la formulazione di specifiche prescrizioni affinché il progetto sia adeguato al fine di provvedere al recupero dello zolfo e del solfato d’ammonio prodotti da alcune attività impiantistiche. "A fronte degli ingenti – spiegano i circoli – quantitativi emessi nella fase di upgrading (pari a circa 3,3 milioni di metri cubi annui) tale compensazione non risulta sufficiente. D’altro canto la particolare localizzazione dell’impianto, in area industriale, a ridosso di aree già urbanizzate e in posizione pedecollinare rispetto alle aree del Candia (già intensamente utilizzate per la viticoltura) non consentirebbero di disporre di terreni in misura idonea alla totale compensazione di CO2 emessa mediante le ipotizzate piantumazioni in aree prossime agli impianti stessi".

Ma Legambiente pone l’accento anche sulla componente idrica, sottolineando gli importanti consumi necessari al funzionamento sia degli impianti dedicati al trattamento del digestato nella fase aerobica sia per il mantenimento in buone condizioni di efficienza dei sistemi di abbattimento delle polveri e delle emissioni odorigene". La richiesta è di integrare il progetto "con uno specifico uso a tal fine delle acque derivanti dal trattamento delle acque di falda, recuperandole per uso industriale anziché immetterle in corpo idrico suberificale" e di creare "sistemi che garantiscano la totale captazione delle arie esauste, convogliandole ai sistemi di abbattimento delle sostanze odorigene" per contenere il rischio di emissioni causate dal ricircolo dei particolati.

A questi problemi si aggiunge quello del traffico, "con lunghi incolonnamenti di mezzi adibiti alla raccolta sulle strade (via Dorsale e via Longobarda) su cui affacciano i varchi d’accesso agli impianti di Cermec". Legambiente chiede prescrizioni logistiche e gestionali per limitare la sosta sulle strade pubbliche e propone aree di attesa all’interno dell’impianto, più stazioni di pesatura e sistemi automatizzati per la registrazione dei movimenti, viabilità interna "a senso unico" e piani gestionali di pianificazione degli orari di conferimento.

Alessandro Salvetti