ALFREDO MARCHETTI
Cronaca

"Il biglietto è sbagliato". Lenzoni e il figlio disabile fatti scendere dal treno. Il caso finisce in Parlamento

L’ex candidato a sindaco di Massa era a Bologna per visite mediche. Alla stazione di Reggio Emilia il controllore ha intimato loro di scendere. La solidarietà del deputato Ricciardi che presenterà un’interrogazione.

Sopra Marco Lenzoni con il figlio, sotto la stazione di Reggio Emilia

Sopra Marco Lenzoni con il figlio, sotto la stazione di Reggio Emilia

di Alfredo Marchetti

Sono stati fatti scendere dal treno perché avevano un biglietto non corrispondente a quello del convoglio sul quale viaggiavano. Marco Lenzoni, ex candidato a sindaco, con il figlio e la moglie, erano Bologna, per effettuare delle visite all’ospedale Sant’Orsola, prima di tornare a Pontremoli. Il controllore non ha sentito ragioni è ha intimato ai due passeggeri di abbandonare la corsa. Ne è nata una discussione, con il treno ’paralizzato’ per un’ora, con tanto di arrivo della Polfer. "Intendiamo ringraziare le migliaia di persone che ci hanno fatto sentire la loro vicinanza – racconta Lenzoni –, la solidarietà dei cittadini semplici, dei lavoratori arrivata da tutta Italia ci stimola e ci dà la forza per andare fino in fondo in questa battaglia. Ringraziamo anche gli esponenti politici, parlamentari e rappresentanti locali che hanno già preso una posizione su quanto accaduto, tra queste esemplare è l’iniziativa intrapresa da Riccardo Ricciardi del Movimento 5 stelle che intende procedere con una interrogazione nei confronti del ministro dei trasporti Matteo Salvini".

E l’ex candidato a sindaco con ’Massa Insorge’ racconta la vicenda che l’ha visto protagonista, suo malgrado, insieme al figlio: "Quanto accaduto ieri (venerdì, ndr) alla stazione di Reggio Emilia la dice lunga sul clima che aleggia nel nostro paese a pochi giorni dalla discussione del ddl sicurezza che inizierà alla Camera lunedì 26 maggio prossimo. Per aver contestato l’applicazione arbitraria di una multa ingiusta dal momento che avevamo acquistato un biglietto (e se non era quello del treno giusto non era per colpa nostra ma per le inefficienza dei servizi di Trenitalia), ci hanno buttato fuori dal treno e ci hanno denunciati per interruzione di pubblico servizio: secondo il Ddl sicurezza rischiamo due anni di carcere".

"Non solo ci hanno buttato fuori dal treno – spiega – nonostante avessi fatto presente delle necessità e attenzioni di cui aveva bisogno mio figlio, ci hanno portato con la minaccia di arresto negli uffici di polizia della Polfer. Un treno pieno di persone fermo un’ora in una stazione affollata, tre poliziotti occupati per ore a denunciare e fermare due genitori e un bambino di 10 anni. Tre poliziotti dietro la brava gente che ha pagato il biglietto per andare a fare delle visite mediche mentre a 20 metri di distanza, davanti alla stazione di Reggio Emilia, lo spaccio va avanti notte e giorno".

"Ci piacerebbe sentire – prosegue – cosa ha da dire il Ministro dei trasporti Salvini che tanto parla di sicurezza, il suo Ddl di fatto distoglie forze di polizia per fare i controllori di Trenitalia alle forze dell’ordine e fermare bambini mentre per i delinquenti non c’è una pattuglia disponibile. Ci piacerebbe sentire cosa hanno da dire il presidente della Regione Emilia Romagna e il sindaco di Reggio Emilia sull’accaduto, non mancheremo di rivolgerci a loro, vogliamo capire se siamo stati vittime di un esaltato o no. In un paese in cui a un treno ad alta velocità viene permessa una fermata in una stazione non prevista per rispondere alle esigenze personali di un ministro, una famiglia comune viene abusata e denunciata perché il biglietto acquistato è quello della corsa seguente a causa di un disservizio di Trenitalia. Ovviamente sporgeremo denuncia contro chi ci ha buttato fuori dal treno con la minaccia dell’arresto per resistenza a pubblico ufficiale, andremo fino in fondo chi ha sbagliato deve pagare".

Non tardano le reazioni, come del pentastellato Ricciardi: "Esprimo la mia solidarietà a Marco Lenzoni e alla sua famiglia. È una vicenda vergognosa. Sono a totale disposizione per qualsiasi cosa".