REDAZIONE MASSA CARRARA

Il ’Ben dei morti’, una sorta di Halloween apuano. Le origini antiche di una tradizione ancora viva

Il ’Ben dei morti’, una Halloween apuana. Come Halloween, infatti, l’antica credenza apuana narrava il ritorno dei morti nella notte di vigilia (la sera dei Santi) e all’alba del giorno dei defunti, prima del rosario, tutti dovevano essere in piedi e col letto rifatto per impedire agli spiriti vaganti di prenderne possesso. Era una notte di paura e nei borghi apuani racconti e leggende da horror non mancavano. Apprestandosi alla veglia, accompagnata da storie da brivido, veniva preparata la ’filza dei morti’, ovvero il rosario fatto da dieci castagne bollite intercalate con mele rotelle. La mattina presto i bambini mettevano al collo il rosario e andavano a messa: castagne e mele potevano essere consumate solo dopo la benedizione dei morti. Una tradizione che è stata ripetuta ieri, seppure rivisitata, ad Antona grazie a Maria Giovanna Pitanti Bertilorenzi. E oggi a Castelpoggio si celebrerà la ricorrenza alle 12,30 con un pranzo al circolo Psi Endas.

Tante sono le tradizioni legate a questa usanza di origine celtica. Da ricordare che il passaggio tra il 31 ottobre e il 1 novembre rappresentava un Capodanno contadino dove il seme, simbolo di vita, prendeva il sopravvento, scongiurando il caos cosmico tra luce e buio, vita e morte. La tradizione voleva che in quella notte tutti gli spiriti si liberassero dal sonno eterno e tornassero in vita e così gli Irlandesi banchettavano dentro i cimiteri. Per sradicare questa cultura celtico-pagana, la Chiesa francese nel 998 ordinò ai monaci di introdurre, il 1 novembre, la festa di Ognissanti estesa poi alla Chiesa cattolica nel 1475. Tuttavia le radici continuano a sopravvivere e la festa di Halloween ci riporta alle origini, scomodando le antiche tradizioni apuane.

Angela Maria Fruzzetti