Gioco d’azzardo, la piaga dei più giovani: "Misure di socializzazione per arginarlo"

Il seminario organizzato da Prefettura e Fondazione Insigniti Omri per contrastare il fenomeno

Gioco d’azzardo, la piaga dei più giovani: "Misure di socializzazione per arginarlo"

Il seminario ’Giovani, famiglie e gioco d’azzardo’ a Palazzo Ducale (. foto di Nizza

La piaga del gioco d’azzardo ha rotto gli argini: ecco che sempre più giovanissimi sono assuefatti dall’apparente gratificazione che, applicata alle nuove tecnologie, è sempre più insidiosa e devastante sia per i ragazzi che per le loro famiglie. E’ di questo che si è parlato ieri a Palazzo Ducale in occasione del convegno ’Giovani, famiglie e gioco d’azzardo. L’urgenza di capire ed intervenire’ organizzato dalla Fondazione Insigniti Omri e dalla Prefettura, incentrato sulla prevenzione e sul contrasto del fenomeno individuando concrete iniziative di sostegno e di sensibilizzazione.

All’incontro erano presenti tra gli altri il prefetto Guido Aprea, il sindaco di Massa Francesco Persiani e la vicesindaco di Carrara Roberta Crudeli, il presidente del Comitato territoriale della Fondazione per Massa Carrara, Leonardo Vinci Nicodemi, la dirigente dell’Ufficio scolastico territoriale di Lucca e Massa-Carrara, Marta Castagna, l’Onorevole Andrea Barabotti, il Vescovo della Diocesi di Massa Carrara e Pontremoli, il presidente della Provincia di Massa Carrara Gianni Lorenzetti. Gli interventi di natura tecnica hanno visto la partecipazione del sociologo Maurizio Fiasco e dello psicologo Alfredo Casini, dello psichiatra Pier Marco Passani e della psicologa Annamaria Giannini. "La dipendenza da gioco d’azzardo – ha esordito il prefetto Aprea – riguarda maggiormente i ragazzi nella fascia di età tra i 14 e i 18 anni, perciò è necessario agire prontamente attraverso il coinvolgimento graduale dei giovani con attività di socializzazione come, per esempio, lo sport, il riconoscimento della nostra storia, per staccarli dall’isolamento al quale i telefoni e il web li costringe". I numeri, infatti, sono allarmanti. Già nel 2018, l’Iss ha accertato la partecipazione ogni anno, in Italia, alle varie tipologie e modalità di gioco d’azzardo, di circa 17,5 milioni di persone, stimando che circa 1,5 milioni sviluppano comportamenti problematici gravi. A preoccupare poi "è la facilità garantita dagli smartphone ormai alla portata di una buona percentuale di giovani", come ha sottolineato lo psicologo dell’Osservatorio per il contrasto della diffusione del gioco d’azzardo e delle dipendenze gravi al Ministero della Salute, Alfredo Casini che numeri alla mano ha parlato di "150 miliardi di euro giocati in Italia lo scorso anno". L’esperto Maurizio Fiasco, oltre ad indagare la matrice del problema tra cui "l’apparente gratificazione percepita dai ragazzi" ha proposto "alternative in positivo che favoriscano la coesione sociale". La parola d’ordine è, dunque, ’risocializzare’. In prima linea anche la scuola, come ha affermato Castagna.

F.D.N