ALESSANDRO SALVETTI
Cronaca

Gabriele Manfredi Una vita per la... scena

Il giovane attore cresciuto a Massa da “Don Matteo 8” a “Letters to Juliet” e ora in teatro con le figlie di Proietti in “Pippi Calzelunghe”

Gabriele Manfredi Una vita per la... scena

Gabriele Manfredi Una vita per la... scena

Teatro e cinema, televisione e musica, ma anche doppiaggio, danza e sport. Sono i mille mondi di Gabriele Manfredi, attore classe 1997, nato a Barga e cresciuto fra Aulla e Massa, dove ha mosso i primi passi nel teatro grazie agli insegnamenti e all’intuizione del padre Armando, anch’egli attore. "Il mestiere di mio padre – racconta Gabriele – ha sempre suscitato in me un grande interesse. Quando ero piccolo mi ha fatto aprire un suo spettacolo di cabaret per mettermi alla prova e ha notato come fossi portato. Così ha deciso di farmi fare un provino per la compagnia ‘Mannini Dall’Orto’ di Firenze, con cui nel 2008, a undici anni, ho fatto il mio primo lavoro da professionista, nello spettacolo “Il Piccolo Principe”". Da lì una rapida ascesa che lo ha portato in televisione, dove ha lavorato ad alcune puntate de “Il mistero del lago”, “Il commissario Rex”, “Sketch up” e “Don Matteo 8”, e anche al cinema, con un cameo in “Letters to Juliet” di Gary Winik. Poi una fase di allontanamento dalle scene, coincisa con il periodo delle scuole superiori a Massa, dove ha preso la mturità al liceo scientifico sportivo.

"Quella è un età un po’ strana per i giovani attori – spiega Gabriele –, sia in generale perché vengono preferiti ragazzi maggiorenni che non hanno bisogno di un accompagnatore, sia per me in particolare siccome ho attraversato un periodo più difficile che mi ha portato ad allontanarmi dall’ambiente". A farlo riavvicinare alle scene, alcune esperienze a livello locale come i ruoli in diverse commedie in massese, in particolare “Alì piccinin” di Alberto Nicolai, basata sul libro di successo del fratello Riccardo, in cui aveva il ruolo del protagonista, o ne “La bela dei tre aranci” dove interpretava il figlio Ginetto.

"Lavorare alle commedie in massese è stata una bella esperienza, mi ha aiutato a ‘tornare sul binario’ e a farmi capire che la cosa che mi piaceva davvero fare era il teatro. Così sono andato all’Accademia D’arte del Dramma Antico di Siracusa, dove mi sono diplomato". Così ha preso parte a numerose pièces teatrali (da “Lisistrata” di Massimo Di Michele a “Edipo a Colono” di Yannis Kokkos), alla fiction “La bambina che non voleva cantare” di Costanza Quatriglio e ha cofondato l’associazione “VAN Verso Altre Narrazioni" con cui porta nei teatri italiani racconti sul mito, commedie latine e spettacoli per bambini tutto rivisto in una chiave musicale che attirano grandi e piccini. Adesso Manfredi è impegnato in “Pippi Calzelunghe” di Carlotta e Susanna Proietti, figlie dell’indimenticabile Gigi. Assieme ai colleghi del cast ha debuttato con successo a Torino, replicando il trionfo a Firenze, Fermo e Milano, mentre il 13 e 14 gennaio sarà a Bologna, per poi chiudere a Roma dal 30 gennaio all’11 febbraio.

Una vita “on the road” quindi quella dell’attore: dal 20 al 26 febbraio lo porterà anche a Nancy, in Francia, dove con la compagnia VAN metterà in scena la sua “2001-Odissea nello spiazzo” alla Giornata Mondiale della Commedia dell’arte. "Con questo lavoro si è sempre in viaggio e tutto si organizza per forza di cose un poco alla volta. La mancanza di casa è inevitabile sentirla spesso. Vivo a Siracusa dal 2017, ma la città in cui sono cresciuto mi manca, così come la famiglia e gli amici. Tornarci è bellissimo, però per tornare bisogna partire e ho imparato che casa è anche dove ci si sente a proprio agio e con la mia compagnia è come stare in una seconda famiglia".

Ma fermo, Gabriele, non c’è stato mai, avendo praticato sport dal rugby all’equitazione, dal calcio al tennis passando per pallavolo, basket, pallamano, rugby, e, da autodidatta, a suonare percussioni e chitarra e a fare beatbox. Canta, suona, scrive e interpreta musica, fa beatbox "La musica e il ballo – dice – mi hanno appassionato fin da bambino, anche se non volevo prendere lezioni. Lo stesso è stato con lo sport, ne ho praticati molti e al liceo sono andato allo scientifico sportivo".