Francigena dimenticata: "Un’opportunità perduta"

L’ex presidente di Avenza Bertolini lamenta la miopia dell’amministrazione

"Senza finanziamento per la via Francigena, Avenza sempre più ai margini". Continua a mancare il rapporto con il territorio e un progetto sul quale aprire il confronto: il commento è dell’ex presidente della circoscrizione di Fossola Maurizio Bertolini, il quale lamenta la perdita del finanziamento di 700mila euro per il rilancio della salaAmendola e la valorizzazione del percorso lento. "Spiace – scrive Bertolini – apprendere che il percorso della Francigena che attraversa Avenza non potrà essere migliorato e che il progetto da 700mila euro presentato dal Comune è stato superato da altre proposte come quelle presentate da Pontremoli e dalla Diocesi che, evidentemente, hanno saputo cogliere l’opportunità. Avenza è ancora penalizzata. Il rammarico è maggiore perché il bando sembrava scritto con requisiti per noi favorevoli a ottenere il finanziamento. Questo è solo l’ultimo esempio che non aiuta una frazione fra le più popolose e che deve fare i conti con il traffico e i parcheggi selvaggi, le risse notturne con intere strade ormai fuori controllo. Non giova portare come spiegazione al mancato finanziamento i tempi ristretti per la presentazione del progetto, perché le scadenze erano uguali per tutti e ciò dimostra semmai una imperdonabile leggerezza, un fallimento che pesa, su Avenza e su tutta la città che meriterebbe ben altra attenzione per problematiche affrontate solo con la politica del rattoppo e senza una visione progettuale.

È utile ricordare che quando cittadini e amministratori, attraverso le Circoscrizioni, frettolosamente abolite, potevano progettare insieme, Avenza aveva avuto finanziamenti di 300mila euro sul percorso Francigena per i marciapiedi di via Provinciale e il recupero delle fontane da Battilana alla Grotta. Altri tempi e altre teste, perché si puntava ad offrire ai pellegrini percorsi sicuri e acqua per il ristoro. E’ necessario recuperare il confronto dialettico con chi vive e conosce il territorio, ed è proprio questa la grave lacuna di chi amministra: se evidentemente non si conosce la città –conclude Bertolini – nelle sue varie parti, perché non dedicare a questo importante progetto incontri preliminari con la collettività di Avenza? Perché puntare su un edificio, la sala Amendola, che avrebbe già dovuto essere recuperata per fornire opportunità di servizi e partecipazione collettiva mentre permangono problematiche che non ne permettono l’utilizzo pubblico per cui era nata? Ad Avenza esistono anche altri edifici pubblici da recuperare e anche con minore spesa e si sarebbe trovato il giusto iter per arrivare all’ottenimento del prezioso contributo, utile a far considerare il rapporto con il viandante un’occasione di crescita e di nuove relazioni . Purtroppo la mia è la visione di chi vedeva nell’amministrare un’occasione di crescita del singolo e del territorio tutto con beneficio della collettività rappresentata e nel contempo con l’orgoglio per i risultati ottenuti".