
L’area aullese al centro del contenzioso
Il Comune di Aulla vince su tutta la linea contro la società ‘Quercia Verde Srl’: i giudici del Tar di Firenze hanno infatti rigettato tutte le richieste di indennizzo e risarcimento danni avanzate nella causa per non essere riuscita a realizzare gli immobili commerciali e residenziali previsti in località Ragnaia. Erano inseriti in un piano di recupero che prevedeva la demolizione di un complesso industriale dismesso, l’ex Jutificio Filanda, e la realizzazione di un edificio per uso commerciale di 11.832 metri quadrati (con quattro medie strutture di vendita e una galleria con negozi di vicinato) e di un edificio per uso abitativo di 917,30 metri quadrati. Una vicenda che muove i primi passi oltre 20 anni fa. Siamo nel 2004 quando Quercia Verde e Comune di Aulla stipulano le convenzioni per il piano che prevedevano appunto la realizzazione di un edificio commerciale e uno residenziale. Le cose, però, non vanno come previsto. La ricostruzione temporale e amministrativa dei giudici del Tar è lunga e puntuale e mette in fila i motivi per i quali tutte le domande devono essere respinte.
Partiamo dall’indennità da ingiustificato arricchimento di cui avrebbe goduto il Comune di Aulla per la realizzazione di opere di urbanizzazione primaria, previste nella convenzione, ed effettuate soltanto nel 2018 a seguito di una parcellizzazione del lotto e della costruzione di una media struttura di vendita da parte di Eurospin Tirrenica Spa. La richiesta era di circa 1,7 milioni di euro. Secondo i giudici manca l’onere della prova, a carico della ricorrente, visto che quelle opere avrebbero dovuto essere realizzate a seguito di specifici progetti esecutivi da sottoporre all’esame e all’approvazione del Comune. Ma di tutto ciò, evidenziano i giudici, non ci sarebbe traccia, né in progetti né in fatture o acquisti. Opere che, ad ogni modo, sarebbero rientrate nella convenzione a parziale scomputo degli oneri di urbanizzazione.
La sentenza del Tar rimarca poi che non può essere addotta al Comune la mancata realizzazione degli immobili previsti nella convenzione urbanistica, da cui deriverebbe anche la bocciatura della domanda risarcitoria. In effetti, sottolineano, lo stop alla realizzazione del fabbricato commerciale ci fu nel 2005 per una richiesta di integrazioni da parte del Gonip dell’allora Asl1 (mentre la società avrebbe comunque potuto realizzare l’immobile residenziale), ma dagli atti non risulterebbe che ‘Quercia Verde’ abbia mai ottemperato all’invito a produrre la documentazione integrativa o abbia impugnato o contestato la sospensione del termine di conclusione del procedimento, rimarcano i giudici. Così come non sarebbe stato impugnato, evidenziano, il parere contrario della Soprintendenza per lo stesso immobile, emesso nel 2010. Poi ci fu l’alluvione di Aulla, l’emergenza e l’area utilizzata come temporaneo stoccaggio di fango, rifiuti e altro ma, ancora secondo i giudici, non avrebbe "mai esperito gli strumenti di tutela finalizzati a fare valere l’ipotizzata illegittimità del silenzio serbato dall’amministrazione comunale rispetto all’obbligo di concludere il procedimento edilizio con l’emissione del provvedimento espresso".
Nel 2018 arriva la parziale realizzazione dell’intervento, con cessione a terzi di una parte del terreno dove arriva Eurospin Tirrenica. Insomma, secondo i giudici Quercia Verde non avrebbe "esperito gli strumenti di tutela previsti dall’ordinamento, dovendo dunque escludersi il risarcimento dei danni correlati al mancato conseguimento di detti titoli che la parte ricorrente avrebbe potuto evitare usando l’ordinaria diligenza".