"Nel triennio dal 2020 al 2022 la gestione di Evam non è stata all’altezza e ha fatto registrare una perdita di redditività con percentuali spaventose". E’ quanto emerge dall’analisi del Polo Progressista e di Sinistra con una tabella che ripercorre la situazione economica e finanziaria dell’azienda quasi totalmente partecipata dal Comune, dal 2013 al 2022. E nell’ultimo triennio disponibile i numeri fanno registrare una netta inversione di tendenza. Numeri che il Polo Progressista mette in bella per evidenziare le mancate risposte dall’amministrazione e dal sindaco Persiani sulla situazione di Evam in consiglio comunale. L’analisi riguarda proprio gli stessi obiettivi che aveva dato la giunta nel 2020: produttività, costo del personale. "Li abbiamo misurati a distanza di 3 anni per verificare quanto si sia rispettato quell’indirizzo e i tre obiettivi dati dalla giunta legati all’efficienza della gestione, non sono stati raggiunti negli anni 2020, 2021, 2022, ultimi dati ufficiali disponibili. In particolare se andiamo a vedere la redditività operativa dell’azienda notiamo un peggioramento dell’88% nel 2022 rispetto al 2020, non giustificato dal piccolo calo di fatturato del 6,5% e nonostante il calo del costo del personale del 11%, che avrebbe semmai dovuto dare un buon contributo a risultati positivi. Invece il dato del reddito operativo è preoccupante. Ancora più tranciante il giudizio se consideriamo che i primi 6 mesi del 2020 sono stati positivi, nonostante la pandemia e in netta crescita rispetto al 2019". In conclusione il Polo Progressista chiede che Evam resti pubblica: "Per questo saremo sempre a fianco dei lavoratori e diciamo no a eventuali intenzioni di una sua privatizzazione che in epoca di crisi climatica e siccità persistenti potrebbe comportare la perdita di una risorsa strategica per il nostro futuro quale l’acqua".
Pronta la replica della giunta: "La partecipata Evam spa, così come tutte le società partecipate del Comune – si legge in una nota – è oggetto di costante e approfondita vigilanza da parte dell’amministrazione e ad oggi non emergono importanti segnali di crisi. Semmai i risultati non brillanti del triennio di competenza del precedente CdA sono dovuti solo a fattori esogeni: all’aumento dei costi degli imballaggi ed energetici e alla siccità, ovvero carenza di acqua, con conseguenti difficoltà di consegna alla clientela. Ora, grazie anche all’opera del nuovo CdA, la gestione industriale dell’azienda risulta ampiamente positiva, con una differenza ricavi-costi pari ad 761.410,53 euro al 30 settembre 2023. Il nuovo CdA sta implementando un piano industriale, sviluppato in 20 punti, volto a equilibrare, dopo la gestione industriale, anche quella finanziaria. Infatti la società, data la gestione industriale positiva, sta lavorando su diversi fronti per monitorare e migliore anche la situazione finanziaria che sembra restare l’unico punto debole seppur in un’ottica di medio periodo".