"Dovete scappare via da chi vi spezza le ali"

Il grido di 3 giovanissime al sit-in di Marina di Carrara

La morte di Giulia Cecchetin, uccisa dell’ex fidanzato che diceva di amarla, ha scosso profondamente l’animo di Francesca Calzolari, Aurora Galloni, Cassia De Silvestri, vent’anni le prime due, diciannovenne la terza. Per non dimenticare Giulia e tutte le altre donne vittima di femminicidio le tre ragazze domenica hanno organizzato una lettura contro la violenza in piazza Menconi a Marina di Carrara, e, nonostante la manifestazione sia preparata nel giro di tre ore, sono riuscite a radunare circa duecento persone. C’è stato anche il tempo per scrivere in rosso sangue ‘Sebben che siamo donne, paura non abbiamo’ su un lenzuolo bianco. "Francesca, Aurora e Cassia sono i nostri nomi e volevamo dare voce a quella che è ancora una volta l’orrenda vicenda di violenza che si insidia nelle vite di tutti noi – spiegano le ragazze –. Fondamentale è parlare, parlare tanto, e soprattutto parlare di ciò che è successo e che succede ogni 72 ore in Italia. Non ci sono parole per una società che ancora una volta piange per un omicidio per mano di uomo, la stessa società che ancora una volta si nasconde dietro ad un dito. Non ci sono parole perché ora parla la rabbia, quella di chi assurdamente può dire ‘sono privilegiata ad essere qua’, parla la rabbia di genitori strappati ai propri figli o figlie, parla però anche la paura".

"La violenza non è solo uno schiaffo – proseguono Francesca, Aurora e Cassia –, la violenza sono parole, sono restrizioni, la violenza è la convinzione di appartenere a qualcuno e sentirsi in catene per questo. Noi che a 20 anni parliamo di storie di donne che potrebbero essere nostre amiche, sorelle, mamme, nonne e che preghiamo che non capiti mai a una di noi o di loro. Noi che a 20 anni abbiamo l’ansia di poterci fidare di qualcuno, noi che a 20 anni siamo qui a batterci per mettere un punto a questo fiume di sangue che continua a scorrere giorno dopo giorno".

Rabbia, sgomento, dolore e la voglia di provare a cambiare le cose nell’iniziativa delle tre giovanissime organizzatrici della manifestazione spontanea di domenica sera. "Siamo figli di una società patriarcale, che non è in grado di accettare la parità di dignità e rispetto fra sessi – sottolineano Francesca, Aurora e CaSSIA –, siamo figli di quella società che definisce ‘quei bravi ragazzi’ gli stessi che accoltellano, bruciano, ammazzano le stesse donne che dicevano di amare. Siamo quella società che piange le vittime dopo che ha ignorato o poco dato peso alle denunce, siamo quella società che parla, parla e straparla per continuare a tenere su quel vestito di apparenza che nasconde sotto lo schifo più grande. Il nostro messaggio è di parlare, di denunciare, di scappare via da chi ti spezza le ali – concludono –, di non farsi fermare da niente perché se la natura è così incontrollabile, imprevedibile e forte un motivo c’è, è femmina".

Alessandra Poggi