
La recinzione divelta davanti al ex Bagno Turimar che delimitava l’accesso all’area
Le reti arancioni che segnalano il divieto di accesso alla spiaggia dell’ex bagno Turimar, in via Lungomare, sono divelte: "E’ stato istituito un divieto di accesso perché la zona è pericolosa – spiegano alcuni frequentatori – ma la gente non lo capisce e va lo stesso". Le reti sono a terra, e la spiaggia è comunque frequentata. E’ anche vero che Marina di Massa ha poche spiagge libere e quel punto era un luogo prescelto soprattutto dai camperisti, che sostavano con i loro mezzi proprio nel piazzale antistante la piccola spiaggia (coda del bagno Marchini) dove il Comune ha steso le reti segnalando il divieto d’accesso.
Camperisti che lì restavano a settimane nonostante la zona non sia dotata di servizi necessari per la sosta di quel tipo di mezzo, scaricando in loco. L’erosione in quel tratto ha battuto forte e i massi (relitti di scogliere frangiflutti) sono scoperti, erosi alla base. Così come un paio di strutture, ricordo di quello che fu il bagno Turimar, si presentano scalfite alla base, erose dal mare e quindi pericolanti. Tuttavia, molti dei villeggianti che frequentano la nostra zona sono attratti anche dalle macerie di ciò che resta delle ex colonie e la "Motta", che domina imponente quel tratto di mare, è spesso sotto i flash dei cellulari.
Anche la manta, esemplare che si aggirava nello specchio di mare antistante la Don Gnocchi, per un po’ è stata un’attrazione "turistica", ma da alcuni giorni tutto è tornato come prima e la manta ha ripreso il largo, fortunatamente per lei. Resta il relitto del cargo Guang Rong naufragato di fronte al pontile, meta di curiosi e oggetto di scatto di chi vuol mantenere un ricordo particolare di Marina di Massa che, ovviamente, ha ben altro da vantare.
A. M. Fru.