CARRARA
Subì un’amputazione parziale del quinto dito della mano destra perché il ‘toro meccanico’ sul quale era salito sembra non fosse a norma Andrea Villa, 30enne originario di Monza. Era la sera del 27 agosto 2015. Dopo sette anni, stamani in tribunale a Massa, davanti al giudice Antonella Basilone, va a sentenza il processo che si aprì alcuni mesi dopo l’incidente subìto dal giovane in vacanza a Marina di Carrara e che vede imputato il titolare della giostra Vittorio Bardini, 46 anni, difeso dall’avvocato Vittorio Briganti. Le ipotesi di reato sono falsità ideologica in merito al manuale d’uso, certificazioni di montaggio e collaudo; falsità materiale in quanto avrebbe manomesso gli stessi certificati; ricettazione perchè il mezzo risultò rubato) e lesioni personali aggravate.
Villa, parte civile nel processo e difeso dal legale Gabriele Tossani del Foro di Monza, era insieme ad amici a Carrarafiere dove si stava svolgendo la Septemberfest, quando verso le 23,30 aveva deciso di provare il ‘toro meccanico’: obiettivo del gioco è restare il maggior tempo possibile in sella al mezzo. Pagato il biglietto di 3 euro al ragazzo venne consegnato un paio di guanti ma dopo una decina di secondi lui perse l’equilibrio e venne disarcionato. Villa non si accorse subito di quello che era successo alla mano, alcuni amici videro invece che stava sanguinando: la falange del dito mignolo era stata amputata ed era rimasta dentro al guanto. Il giovane venne portato in ambulanza al Noa ma non fu possibile ricucire la falange, il giorno dopo i medici si adoperarono per salvare la parte restante e per curare anche l’anulare, gravemente leso.