"Distribuzione equa della ricchezza"

Rifondazione comunista e Unione popolare su estrazione e filiera del marmo. Piano cave nel mirino

"Distribuzione equa della ricchezza"

"Distribuzione equa della ricchezza"

"Riuscire a rovesciare quella narrazione degli industriali che prova a dividere i fronti, ambiente contro lavoro, per creare un clima favorevole ai loro esclusivi avidi interessi, risulta oggi essere un obiettivo principale. Mantenere i livelli occupazionali con contemporanea salvaguardia dell’ambiente e distribuzione equa della ricchezza si può e si deve". Così Rifondazione Comunista provinciale sposa l’intervento della Cgil Massa Carrara su estrazione e filiera del marmo.

"La convergenza di questioni ambientali e sindacali, economiche e sociali, dentro un’unica piattaforma permette ora di affrontare il tema cave dalla corretta prospettiva. Per anni il centrosinistra ha strizzato l’occhio più di una volta agli industriali del marmo ai quali è stato permesso di utilizzare il territorio e i meccanismi economici come strumento per interessi privati. Dallo stravolgimento del PIT alla mercificazione del territorio contenuta nel piano regionale cave, dal blocco del Piano Integrato del Parco dai sindaci Pd, fino alla recente legge che permette di riattivare le cave dismesse spesso rinaturalizzate, l’elenco delle posizioni pro distruzione Apuane di chi ha governato regione ed enti locali è lungo. Non inferiamo ulteriormente sulle parole del presidente Giani a Gorfigliano". Insomma, una presa di posizione per la Cgil dalla parte di ambiente e lavoratori, secondo Rc, che "rompendo con una linea del passato molto discutibile, permette di aprire nuovo dialogo con la Camera del lavoro e tenere assieme giustizia sociale e ambientale".

"Il fuoco di fila che si è alzato contro Giani, dai partiti che lo appoggiarono alle elezioni del 2020, sul tema dell’aumento dell’escavazione è orfano di alcuni argomenti – sottolinea Unione Popolare – Prima di tutto, sin dalla sua nascita il Piano Regionale Cave si propose di distruggere la montagna assecondando le richieste del mercato. La “sostenibilità” fu sottomessa a logiche di profitto. In seconda battuta, la sindaca Arrighi appoggia sostanzialmente la proposta di Giani ed evidenzia il calo della produzione di blocchi confermando il fallimento del Piano regionale Cave: si voleva promuovere l’estrazione sostenibile e abbiamo un calo di blocchi e un incremento di detriti, +40%. Il distretto lapideo di Carrara si è trasformato in comparto minerario. Terzo, in questi anni di applicazione del piano regionale cave non abbiamo avuto aumenti dell’occupazione, né un declino degli infortuni o alcuna redistribuzione della ricchezza prodotta sul territorio. Quarto – chiude Up – nessuno propone una logica di contingentamento della produzione per addetto tendente nel tempo a ridurre sensibilmente i quantitativi estratti. La continua creazione di vuoto fisico creato dall’estrazione mineraria sulle Apuane va interrotta per riempire il territorio di un’effettiva e reale ricchezza monetaria, sociale e ambientale".