REDAZIONE MASSA CARRARA

Del Sarto, la forma della memoria. Omaggio nell’atelier a cielo aperto

Appuntamento oggi nella località Mortarola di Bedizzano, viaggio tra le sue opere e i racconti di una vita

Non tutti scolpiscono per essere ricordati. Alcuni lo fanno invece per ricordare e Mario Del Sarto apparteneva a questa razza di artisti e uomini rari, capaci di dare forma al silenzio e peso alla memoria. In occasione del centenario della sua nascita, il 5 agosto dalle 18 la comunità lo ricorda nel suo atelier a cielo aperto nella località di Mortarola a Bedizzano, tra le sue opere, le sue parole e i racconti di una vita tra transumanze, guerra e vita marmifera.

Dalle storie del nipote don Piero Albanesi e dei familiari all’intervento della dottoressa Costanza Borsari dell’Università di Bologna, l’evento è un’occasione per ripercorrere un cammino umano e artistico fatto di forme arcaiche e visioni moderne, di mani che lavorano e pensieri che restano. Nato da una famiglia di pastori, Del Sarto conosce fin da piccolo la fatica del lavoro e l’asprezza del paesaggio apuano. A diciotto anni parte per la guerra, destinato al fronte nel sud Italia, dove vede Cassino bruciare sotto le bombe. Esperienze che certo non si dimenticano, divenendo fonti di ispirazione per una passione scultorea che matura mentre ricopre il ruolo di macchinista del treno della marmifera, trasportando la storia di questa terra sotto forma di pietra.

"Le mie sculture sono primitive e messaggere, la materia la fornisce la natura, io le do un messaggio", diceva Del Sarto, che ha realizzato immense figure, dapprima col legno poi col marmo, che narrano pace, fratellanza e radici profonde, e che oggi sembrano quasi fuoriuscire direttamente dalla montagna da cui sono state create.

Un dialogo diretto con la materia e le Apuane durato tutta una vita, scolpendo senza clamore, ma con la forza di chi conosce il peso della memoria: "Quando il blocco si stacca dalla montagna – continuava ancora l’artista – lascia una ferita. Io voglio dare nuova vita alla materia, un gesto d’amore per ricordarla". A chiudere l’evento un rinfresco conviviale. Mario Del Sarto scherzava sempre sul fatto che, una volta morto, si sarebbe nascosto tra la sue sculture, guardando la gente passare: sicuramente martedì ci sarà anche lui, a brindare in mezzo alla sua gente, ai suoi marmi e alle sue montagne tanto care.

Francesco Marinello