CRISTINA LORENZI
Cronaca

Porto di Carrara, torna la Dalmine. Sulla ’Fiorillo’ i tubi per gli Usa

Grazie all ’agente marittimo Andrea Ghirlanda, l’azienda bergamasca ha riportato a Marina i suoi traffici

La nave Poolgracht, general cargo da 20.500 tonnellate di portata, lunga 140 metri, dell’armatore olandese Spliethoff, porterà oltre oceano un carico di billette rotonde della Dalmine da 6mila tonnellate

Carrara (Massa Carrara), 17 ottobre 2023 – Tornano sulle banchine i tondoni della Dalmine. Dopo anni in cui l’azienda bergamasca, produttrice e leader mondiale di tubi in acciaio destinati all’industria energetica, aveva dirottato completamente i suoi traffici sul porto di Ravenna, adesso nello scalo marinello c’è una nave che trasferirà negli Stati Uniti un grosso carico di tondoni di ferro. Un gradito ritorno a tutti gli operatori che gravitano sul nostro porto, su cui ha lavorato con impegno certosino e una intensa rete di rapporti Andrea Ghirlanda, titolare della Dante Ghirlanda srl, azienda storica dello shipping portuale che dal dopoguerra opera con successo sui moli del nostro scalo.

Così dopo la sospensione degli imbarchi di Tenaris Dalmine che aveva portato tutto sull’Adriatico, in questi giorni è sulla banchina ’Fiorillo’ la nave Poolgracht, moderna general cargo da 20.500 tonnellate di portata, lunga 140 metri, dell’armatore olandese Spliethoff, che porterà oltre oceano un carico di billette rotonde da 6mila tonnellate. "Sono quella parte di ferro e acciaio che serve per assemblare i tubi – spiega Andrea Ghirlanda –. Il nostro progetto, dietro il quale c’è un lavoro di tessitura e ricucitura di rapporti lungo anni, è arrivare a trasferire 100mila tonnellate l’anno di tondoni con carichi di circa 10mila tonnellate il mese. Sono parti in metallo che, senza saldatura, vengono montate per realizzare i famosi tubi Dalmine".

I manufatti, di cui la ’Dante Ghirlanda’ dagli anni ’60 aveva una sorta di esclusiva hanno fatto la fortuna del nostro porto e dei suoi spedizionieri dal dopoguerra in poi. Da tempo il business si era trasferito a Ravenna, dove la società bergamasca sembrava trovarsi meglio. Adesso con il porto che ha radicalmente cambiato i suoi assetti, con nuovi terminalisti, la Dalmine, grazie al lavoro di corteggiamento messo in piedi dall’intraprendente Andrea Ghirlanda che non si era mai rassegnato alla perdita dell’importante cliente, torna a riaffacciarsi sulle nostre banchine.

"Dalmine ha ripreso a servirsi da noi e la nave in porto è il primo carico. Al blocco dei traffici, dal 2019 si è arrivati oggi a un recupero, seppur parziale, per una affluenza di materiali sul nostro porto. Fattore scatenante, oltre alla pressione dei vari enti interessati nel recupero dei traffici, con Fhp e Autorità portuale in testa, è la ripresa dei flussi di vendita di Dalmine con i mercati statunitensi che hanno fatto da catalizzatore per ogni tipologia di materiali oltre i tubi. Il traffico si riaffaccia così al nostro porto e la Poolgracht ne è una ulteriore prova per allargare maggiormente questi flussi che cominciano a vedersi in modo tangibile. La nave è arrivata domenica e ha già iniziato le operazioni commerciali di una partita di barre tonde per 6mila tonnellate che termineranno domani. Il lotto si inserisce in un segmento diventato importante per Dalmine con la vendita di materiale grezzo per la costruzione di tubi in un mercato molto selettivo come quello americano. Le partenze saranno mensili e oltre ai prodotti Dalmine si potrà imbarcare ogni altro genere di materiali vista la versatilità e flessibilità’ di questo tipo di navi che facilita le movimentazioni a bordo. Dalmine ‘’riprova’’ Marina di Carrara e confida che tutto il cluster marittimo la aiuti a recuperare quei traffici che per anni sin dal 1962 erano appannaggio del nostro solo porto".