
di Claudio Laudanna
E’ Giovanni Antonio Cybei il grande protagonista dell’estate carrarese. Alla figura del primo direttore dell’Accademia di Belle Arti sarà dedicata dal prossimo 9 luglio la grande mostra dal titolo ‘Giovanni Antonio Cybei e il suo tempo. Insigne statuario per le corti europee e Primario Direttore dell’Accademia di Belle Arti di Carrara’ che si snoderà tra palazzo del Principe, palazzo Binelli, palazzo Cucchiari e il Carmi, ma da lui prende le mosse anche l’esposizione inaugurata la scorsa settimana proprio a villa Fabbricotti.
Andrea Fusani, storico dell’arte e dottorando al dipartimento Civiltà e forme del sapere di Pisa, ha partecipato alla stesura del catalogo di quest’ultima mostra dal titolo ‘Goya Boucher Ricci Batoni e i maestri del ‘700 nelle città del Cybei’ e cura la segreteria scientifica dell’appuntamento che partirà tra poche settimane. A lui chiediamo perché è importante oggi riscoprire una figura come quella di Giovanni Antonio Cybei?
"E’ importante – spiega Fusani – perché si concentra su un periodo della storia dell’arte, il 1700, che precede il neoclassicismo e di cui si vedono le prime avvisaglie e poi perché si va a ridare lustro a un personaggio che con le sue sculture fu molto celebre quand’era in vita, ma poi è stato dimenticato".
Come mai?
"Alcune delle opere più importanti di Cybei hanno purtroppo subito nel corso dei secoli un processo simile a quello a cui abbiamo assistito in questi anni sull’onda del Black lives matter. Penso per esempio alla scultura equestre di Francesco III che si trovava a Modena e che fu distrutta nel 1796 oppure al monumento a Maria Teresa Cybo che si trovava nella nostra Accademia di Belle Arti e a cui toccò la stessa sorte nel 1814. Arrivò invece fino alla Rivoluzione d’ottobre una sua statua della zarina Caterina II che poi andò persa nel 1917 durante l’incendio del tribunale di San Pietroburgo". Quanto invece fu importante Cybei per Carrara?
"Moltissimo e per tanti motivi diversi. Giovanni Antonio Cybei fu sempre molto legato alla sua città dalla quale in gioventù non vedeva l’ora di andare via, ma per poi farvi sempre ritorno tanto che in età avanzata ammetteva che non se ne sarebbe mai voluto allontanare".
Perché invece non bisogna perdere la mostra attualmente in corso al Carmi?
"E’ anzitutto un’esposizione molto importante perché affronta un argomento poco comune. Inoltre ci sono tante opere interessanti che in molti casi non sono mai state esposte prima o, comunque, non con questa attenzione".
Si tratta poi di una mostra pensata per dialogare con quella che partirà il prossimo 9 luglio. Che rapporto c’è tra queste due esposizioni?
"Sono due eventi pensati per dialogare tra loro. Basti pensare che andremo ad esporre un’Immacolata concezione del Cybei che attualmente attualmente si trova nella cappella dell’ex ospedale civico con la quale si trovano molte analogie e molti parallelismi diretti con soggetti analoghi che si trovano nei dipinti esposti ora al Carmi".