CRISTINA LORENZI
Cronaca

Chiuse cinque aziende per mafia. La ’prevenzione’ del prefetto Aprea

E’ il bilancio dell’attività iniziata dal 2022 e illustrata nel corso di un incontro del Rotary Club Carrara e Massa "Le interdittive erano nove e alla riunione della Dia mi presero per pazzo. Ma i miei sospetti erano fondati".

Chiuse cinque aziende per mafia. La ’prevenzione’ del prefetto Aprea

Chiuse cinque aziende per mafia. La ’prevenzione’ del prefetto Aprea

Su nove interdittive per mafia, cinque le aziende chiuse. E’ il bilancio dell’attività di prevenzione del prefetto Guido Aprea che, a Palazzo Ducale dal 2022, ha fatto chiudere cinque aziende per infiltrazioni mafiose. I numeri sconcertanti che declinano in cifre la presenza della criminalità sul territorio sono stati illustrati dal prefetto nel corso della conviviale del Rotary club Carrara e Massa. Per l’occasione il presidente Vincenzo Tongiani ha nominato l’ospite socio onorario del sodalizio.

Nel corso del suo intervento, nella location di Ciccio a Marina di Carrara, Aprea ha parlato del ruolo del prefetto sul territorio, in particolare della mediazione sociale e della prevenzione antimafia. Ed è proprio sull’attività contro la criminalità organizzata che il rappresentante del Governo ha insistito. "Quando andai a Firenze nella riunione regionale delle Dia per riferire sui risultati, Massa Carrara nella ’torta’ delle infiltrazioni mafiose aveva la fetta più larga rispetto alle altre realtà toscane. All’inizio mi presero per un pazzo, poi su nove interdittive, ben cinque hanno avuto ragione e sono state seguite dalla chiusura delle aziende interessate. A dimostrazione che i miei sospetti erano fondati". Provenendo dalla Puglia, Aprea ha una sensibilità più spiccata. "Una buona conoscenza del territorio e una maggiore sensibilità alla conoscenza di fenomeni patologici che per chi vive qui magari vengono sottovalutati, fanno la differenza. Al sud i membri delle cosche vengono individuati facilmente, quando escono di galera fanno i fuochi d’artificio, qui non si ha la contezza fisica, ma dove ci sono tanti soldi la mafia c’è. Non è quella della lupara, ma quella dei colletti bianchi, degli avvocati, degli imprenditori. Abbiamo trovato collegamenti qui con la ’ndrangheta di Cutro e la camorra dei Casalesi. Per le prefetture – ha aggiunto Aprea – è più facile intervenire perché a differenza della magistratura, con cui spesso agiamo di sponda, non abbiamo bisogno di prove, bastano le probabilità. E questo è più complicato se non c’è la consapevolezza e la collaborazione dei territori. Bisogna essere coscienti che nessuno è immune. Soprattutto una provincia come questa dove ci sono tanti soldi. Adesso con i fondi del Pnrr tutti sono a rischio. Per prevenire è necessaria consapevolezza, sensibilità e cultura fra i giovani".

Dopo queste frasi choc, il prefetto Aprea ha parlato del ruolo di mediatore, dove la sua figura fa da collante fra enti che spesso nemmeno si parlano. Il prefetto – ha spiegato – ha ruolo di cerniera fra Governo ed enti locali. E’ un organo super partes che consente ai vari attori delle pubbliche amministrazioni e del territorio di confrontarsi e trovare soluzioni".