Canevara, Comune diffida i residenti "Ma la fognatura non spetta a noi"

Venti famiglie chiedono un incontro urgente: "Ci sono 250 metri di tubature da allacciare al collettore principale"

Canevara, Comune diffida i residenti  "Ma la fognatura non spetta a noi"

Canevara, Comune diffida i residenti "Ma la fognatura non spetta a noi"

Dopo 20 anni di proteste, proposte e discussioni a Canevara arrivano le diffide. Su cosa? Sulla situazione fognaria e igienico sanitaria di una ventina di famiglie che continuano a vivere in abitazioni prive di allaccio fognario. In questo modo, tranne alcuni pozzetti, gli scarichi di bagni e lavandini di quelle abitazioni, poste tra via Bassa Tambura e il fiume Frigido, finiscono direttamente nella gora di alimentazione della ex segheria, asciutta e diventata quindi una cloaca sotto le finestre delle case tra miasmi, insetti e zanzare. Proprio in questi giorni dal Comune di Massa è partita una diffida notificata ai proprietari di quegli immobili, con avviso di procedimento amministrativo relativo a “Provvedimento in materia di tutele delle acque dall’inquinamento a tutela dell’igiene e della salute pubblica”.

"Da decenni chiediamo di intervenire sul problema della rete fognaria – protestano a Canevara –. Già nel 2004 era partita una petizione per quei 250 metri di tubature da allacciare al collettore principale tramite un impianto di sollevamento". L’impianto fognario esiste, passa di fronte alle abitazioni e sul lato opposto della strada, lato monte. E si trova più alto rispetto agli appartamenti per cui si rendono necessarie delle pompe di sollevamento: "Più volte abbiamo detto di essere disposti ad assumerci gli oneri dell’intervento – osservano i cittadini – contribuendo per la nostra parte ma è il Comune che deve realizzare l’impianto, non certo noi".

Nel 2011 il palazzo condominio Elvira, a seguito di ristrutturazione, ha realizzato anche l’allaccio fognario. "Abbiamo ottenuto l’autorizzazione per l’allaccio alla rete fognaria – raccontano – e per agganciarci all’impianto, sul lato opposto, è stato necessario chiedere l’autorizzazione alla Provincia per poter spaccare e attraversare la strada. Solo per questo abbiamo speso 12 mila euro. Il bello è che anche noi abbiamo ricevuto la diffida, invitati a fornire comunicazione, entro 30 giorni, all’ufficio ambiente con certificazione di un tecnico abilitato e spese aggiuntive". Il condominio Elvira è l’unico della fila di case ad essersi regolarizzato con l’allaccio ma non è stato risparmiato dalla diffida.

Il problema a Canevara esiste e ogni anno, con il caldo, torna a diventare esasperante per i miasmi provenienti dalla gora che riceve gli scarichi. "All’inizio delle case, prima della farmacia – aggiungono gli abitanti – c’è un pozzo nero che raccoglie gli scarichi provenienti dal paese alto, dove sono le scuole. Tale pozzo, sotto la strada in linea con le case raggiunte dalla diffida, viene saltuariamente fatto svuotare dal gestore della rete idrica in quanto, come le case in questione, non è allacciato alla rete fognaria. Perché non convogliare tutti gli scarichi in quel pozzo e, tramite un unico impianto di sollevamento, allacciarsi alla rete fognaria sulla strada? Come si può chiedere a singole famiglie di spaccare e attraversare via Bassa Tambura per raggiungere la rete fognaria?".

Una richiesta incomprensibile. E scende in campo anche il comitato Una montagna da salvare: "Chiediamo al Comune di Massa di sospendere le diffide arrecate ai cittadini di Canevara – si legge nella nota –. Di effettuare un sopralluogo e di avviare un confronto con i residenti per arrivare ad una soluzione condivisa. E’ impensabile, in questa situazione, intimare ad ogni residente di via Bassa Tambura di allacciarsi a una rete fognaria più alta rispetto agli appartamenti. Ognuno dovrebbe munirsi di pompa di sollevamento e spaccare la strada con spese insostenibili per una famiglia. Chiediamo un incontro urgente a Canevara".

Angela Maria Fruzzetti