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Bonifiche, non un miraggio: "Risanare è semplice". Ottimismo di Ambiente per lo sblocco delle aree

Il responsabile del settore della Spa, Paqui Moschini, vede facili vie d’uscita

Bonifiche, non un miraggio: "Risanare è semplice". Ottimismo di Ambiente per lo sblocco delle aree

La bonifica non deve essere uno spauracchio. Almeno sotto il profilo tecnico e imprenditoriale. Parola di Ambiente Spa, società di Carrara leader a livello nazionale nel settore: da quasi 40 anni opera nel campo della consulenza e dell’ingegneria ambientale in ambito nazionale ed internazionale con il supporto di un team di esperti in discipline ingegneristiche, scientifiche, economiche e in diritto ambientale.

Erano gli anni delle proteste contro il polo chimico apuano, pochi anni dopo ci sarebbe stato lo scoppio della Farmoplant e la fine di un’era che piegava l’ambiente e la salute alle necessità dell’industria e dello sviluppo senza regole. La fondatrice Patrizia Vianello ancora oggi ha un ruolo di visione strategica all’interno di una società che opera in territori internazionali con un focus speciale proprio sui grandi inquinamenti. Ed è su questo fronte che Ambiente spa sostiene le imprese nel percorso di innovazione verso l’obiettivo della sostenibilità e dell’economia circolare, ancor prima che divenisse una strategia internazionale e uno degli asset principali del Piano nazionale di ripresa e resilienza. Sul fronte apuano quindi parlano a ragion veduta. Le bonifiche vanno fatte, prima di tutto per la tutela della salute. Questo non vuol dire però rimanere inermi in attesa che i grandi progetti milionari messi in campo dallo Stato diventino realtà perché significa congelare un territorio che ha bisogno di investimenti e sviluppo.

Paqui Moschini in Ambiente è il Responsabile del settore Bonifiche ambientali per la ricerca delle migliori soluzioni nell’ambito dei siti contaminati. "Non bisogna vedere le procedure di bonifica come un iter impossibile in termini di tempi e costi. In molti casi ci sono procedimenti che possono richiedere soltanto poche migliaia di euro ma consentono di sbloccare i terreni per diversi utilizzi con un semplice studio sul sito specifico con la verifica di assenza di rischio sanitario aggiornando semplicemente i monitoraggi della falda per la quale, lo Stato, sta lavorando ad un progetto unitario. Spesso, quindi, l’iter si conclude con la caratterizzazione e l’analisi di rischio. Noi stessi – racconta – quando ci siamo trasferiti nella sede di Carrara, in area ex Ferroleghe, abbiamo condotto l’indagine ambientale e l’analisi di rischio compresa la verifica periodica della falda. In questi anni abbiamo seguito circa 30 procedimenti ambientali all’interno del Sin Sir arrivando a conclusione degli iter con la possibilità di adeguare gli impianti produttivi e dare slancio a nuovi investimenti.

Le aree nelle quali abbiamo operato sono varie, da Verrazzano a Nazzano fino alla zona dell’Ospedale Noa e quella attorno allo stadio di Massa. Molti anche i siti all’interno del cuore del Sin sulle aree dell’ex Farmoplant e l’Eni Rewind, spesso sbloccati per diversi usi". Un messaggio positivo che deve arrivare alle aziende e a chi possiede terreni ancora inutilizzati all’interno del perimetro della zona industriale. "Fare le analisi è il primo passo per arrivare a svincolare i siti restituendo, con un modesto investimento, un valore significativo – prosegue Moschini – e questo li rende più appetibili anche per future iniziative immobiliari. Per arrivare a restituire le aree i primi step di studio richiedono almeno 6 mesi e costi modesti, superare questi primi step agevola enormemente ogni forma di investimento".