ROBERTO OLIGERI
Cronaca

Bomba tedesca sotto il cavalcavia dei treni, rimossa e fatta brillare

Gli artificieri hanno prelevato l’ordigno portandolo alla cava di Monte Porro

Gli artificieri dell’esercito intervenuti a neutralizzare l’ordigno

Gli artificieri dell’esercito intervenuti a neutralizzare l’ordigno

Aulla (Massa Carrara), 7 maggio 2023 - Era una bomba da mortaio tedesca inesplosa (e quindi ancora carica di tritolo) quella ritrovata sotto il cavalcavia della linea ferroviaria. Ma ieri il pericoloso ordigno è stato scortato fino alla cava di Monte Porro dove è stato fatto brillare. Emergenza finita, quindi. Ma facciamo un passo indietro. A dare l’allarme ai carabinieri della Compagnia di Pontremoli era stato, qualche giorno fa, un signore della zona a passeggio con il cane. In uno spazio erboso, fra i guard rail presenti all’incrocio fra la statale del Lagastrello e la strada per Gaggina, ad attirare l’attenzione dell’uomo uno strano oggetto metallico somigliante a un grosso proiettile d’artiglieria. I carabinieri, giunti subito sul posto, avevano transennato l’area del ritrovamento, guardata a vista durante il giorno dai volontari della Protezione Civile Provinciale SER FIR CB ,il cui presidente è Alessandro Ruggeri di Podenzana. Nelle ore notturne, invece, la zona era presidiata dai militari. Nel frattempo noi avevamo sottoposto le foto dell’ordigno ad un esperto: "Dovrebbe trattarsi di una bomba da mortaio zim 235 dell’esercito tedesco - era stata la risposta - risalente al secondo conflitto bellico". Mario Mariani, profondo conoscitore di armi, equipaggiamenti ed esplosivi utilizzati dai vari eserciti nella seconda guerra mondiale, aveva visto giusto. Era proprio una bomba da mortaio dell’esercito germanico, arrugginita a causa del tempo, ma carica di tritolo e con ancora intatto tutto il potenziale di morte e distruzione che portava con sè ormai da quasi 80 anni. Gli artificieri dell’Esercito ,un sergente ed un sergente maggiore, giunti dalla caserma di Piacenza, nella mattinata di ieri, con il supporto logistico dei carabinieri e coadiuvati dalla Protezione Civile, con tutte le dovute attenzioni, hanno prelevato l’ordigno deponendolo in speciali contenitori trasportandolo quindi a bordo di un mezzo attrezzato, seguito dall’ambulanza militare e scortato dai carabinieri fino alla cava di Monte Porro dove è stato fatto brillare.

Particolare inquietante: l’ordigno inesploso si trovava proprio sotto il cavalcavia della linea ferroviaria e a soli 10 metri di distanza dall’oleodotto della Nato che giunge fino alla base di Aviano in Friuli. Sicuramente una pura coincidenza dovuta alle convulse operazioni militari svoltesi in quell’area sul finire della seconda guerra mondiale. Quello che è certo, è che il lavoro svolto in sinergia dalle autorità, ognuna per la propria competenza, ha funzionato bene ed un potenziale pericolo nei confronti delle persone e delle infrastrutture pubbliche è stato eliminato.