REDAZIONE MASSA CARRARA

Bolkestein, niente proroga per i Bagni

"Ora la palla passa al Governo", i balneari: "Ce l'aspettavamo, la nostra battaglia va avanti

La protesta contro la Bolkestein (NewPressPhoto)

Massa Carrara, 15 luglio 2016 - La corte di Giustizia dell’Unione Europea ieri si è espressa relativamente alla proroga in materia di concessioni demaniali marittime al 2020, la ormai famosa Bolkestein. La spada di Damocle ha fatto mobilitare in questi anni la categoria dei balneari a livello nazionale. Anche i nostri concessionari hanno provveduto a tutelarsi, anche se l’amaro in bocca c’è e ci sarà, finché non ci saranno certezze da parte del governo. «Non è stato nulla di inatteso – commenta Stefano Gazzoli del bagno Sara e rappresentante di Fiba Confesercenti –. Ci aspettavamo questa sentenza. Intanto continua il buio normativo con il quale conviviamo da tempo. La palla adesso passa al Governo. Il diritto sulle concessioni in Italia è rimasto fermo per anni, la differenza è che adesso è scricchiolante.

L’Unione Europea ha dichiarato inammissibile la proroga, perché incompatibile con le leggi comunitarie, quindi l’Italia deve decidere cosa fare. Con il passare di quattro governi la soluzione non è stata trovata e il problema non è stato risolto. Abbiamo lavorato con le Regioni per una soluzione. Siamo d’accordo che debba esserci una regola e un sistema di rinnovo. La Toscana ha già proposto delle soluzioni in grado di mettere la bilancia in pari per le concessioni esistenti. Per le nuove concessioni c’è la possibilità di seguire un percorso a gare, per le vecchie concessioni c’è bisogno di una proroga con determinati parametri».

«La sensazione a caldo come balneare – dichiara Antonio Natale del bagno Artemisia a Ronchi – è di estrema confusione. Da anni aspettiamo una risposta. Il fatto che sia stata bocciata e che nessuno si preoccupi della situazione mi lascia perplesso. L’atto formale che molti di noi hanno fatto prevede una comparazione, abbiamo quindi già partecipato ad una gara, in quanto l’atto rispetta le normative italiane ed è in linea con i dettami della Bolkestein. Mi sento abbastanza tranquillo. Sono concessionario da 8 anni e ho sempre investito. Se cambieranno le carte in tavola, però, abbiamo il diritto di saperlo».

«Sono relativamente tranquillo – spiega Danilo Pitanti del Punto Mare – perché ho investito oltre quello che avrei dovuto dato che ho avuto anche “l’incidente” dell’incendio qualche mese fa». «Provo tanta tristezza e tanto rammarico – si sfoga Sara Chioni del bagno Tropicana –. Siamo una categoria di imprenditori, importante per l’economia italiana. Vederci declassare in questo modo è triste. Perché spodestare un’impresa che porta all’Italia qualcosa? Non possono rimpiazzarci con qualcuno che non è del mestiere. Essere un balneare è un modo di vivere. Chiediamo di essere riconosciuti come categoria di imprenditori che nel tempo hanno costruito un’economia. Siamo 30 mila aziende che hanno portato avanti un settore per anni. Ci stanno “cestinando” come se fossimo un file da buttare. Abbiamo costruito un’identità, non affittiamo solo ombrelloni, ma forniamo dei servizi. Pensiamo al progetto dei defibrillatori. Un investimento importante per tutti i nostri concittadini».

«La conclusione della sentenza era prevista – afferma Antonio Lenzi, presidente del Consorzio balneari di Marina di Carrara –. Sapevamo quale sarebbe stato l’esito, già anticipato dall’avvocato della Corte. Faremo gli approfondimenti del caso e stabiliremo le azioni da intraprendere con i nostri legali. Non è poi così negativa come si poteva pensare. Siamo abbastanza sereni su questa faccenda e continuiamo a lavorare. Confidiamo in una soluzone a livello comunitario, tenuto conto delle situazioni negli altri paesi».

Laura Sacchetti